In un cantiere moderno non basta scegliere un infisso “di buona qualità”: ciò che davvero determina le prestazioni di una finestra in PVC è il modo in cui il materiale reagisce al taglio, alla saldatura e alle tensioni generate dalla posa. Chi lavora con utensili professionali lo sa bene: un profilo può sembrare perfetto in officina e deformarsi pochi mesi dopo l’installazione, se la dilatazione termica, la stabilità delle camere interne o la precisione delle lavorazioni sono state sottovalutate.
La trasformazione del PVC e il suo comportamento meccanico reale
Il PVC utilizzato nei serramenti è un materiale termoplastico che manifesta una caratteristica cruciale per chi lavora con utensili e sistemi di taglio: a partire da circa 70–75°C inizia a perdere rigidità, mentre sopra i 140°C la struttura molecolare si riorganizza completamente, consentendo la saldatura. È un dettaglio spesso ignorato sulla carta ma evidente in officina.
Quando la temperatura di saldatura non è uniforme tra i quattro angoli, il profilo sviluppa tensioni residue che si manifestano dopo alcuni mesi come micro-torsioni dell’anta, difficili da correggere anche con regolazioni professionali della ferramenta.
Taglio e fresatura: perché la precisione degli utensili incide sulla durata
Un profilo con spessori reali di 2,7–3 mm richiede lame perfettamente affilate. Lame anche solo leggermente usurate producono una superficie di taglio rugosa, che compromette l’adesione perfetta durante la saldatura.
Nella fresatura dei gocciolatoi, un utensile che vibra anche minimamente crea micro-scanalature dove si accumula umidità. Questo, nel tempo, favorisce il ritiro differenziato del PVC, con conseguente perdita di aderenza della guarnizione.
I professionisti lo vedono subito: se la fresatura è stata eseguita correttamente, la guarnizione scorre all’interno della sede con una resistenza costante su tutta la lunghezza. Se invece il profilo presenta deformazioni microscopiche, la guarnizione “salta” nei punti irregolari e, sotto pressione del vento, perde tenuta.
Rinforzo interno: la differenza tra un infisso stabile e uno che si deforma
Il PVC ha un modulo elastico di circa 2,8–3 GPa, mentre l’acciaio zincato utilizzato nei rinforzi supera i 200 GPa. Questa differenza enorme significa che, senza un rinforzo adeguato, un’anta superiore ai 120 cm tende naturalmente a flettere verso il basso.
La flessione millimetrica non si nota a occhio nudo, ma dopo qualche stagione si traduce in:
- attrito anomalo sulla battuta inferiore,
- chiusura difficoltosa,
- consumo irregolare della ferramenta.
Un tecnico esperto lo verifica usando un semplice metro o una livella: la diagonale dell’anta “fuoriesce” di 2–3 mm dopo alcuni anni se il rinforzo era inadatto.
Vetrocamera: perché la massa asimmetrica fa la differenza
Sul piano acustico i dati sono chiari. Un vetro simmetrico 4/16/4 offre in media Rw 32–34 dB, mentre una vetrocamera asimmetrica 4/14/6 o 6/14/4 lavora intorno ai 36–38 dB, proprio grazie alla differenza di massa che riduce le frequenze di coincidenza.
Nelle città come Milano, lungo vie ad alto traffico, la differenza tra 32 dB e 38 dB non è teorica: è la differenza tra un rumore percepito come “fastidioso” e un rumore che diventa “sotto soglia”.
La posa: dove l’infisso buono e quello mediocre diventano equivalenti… o si separano
Un infisso perfetto può diventare mediocre con una posa sbagliata. È un dato di fatto.
Il PVC ha un coefficiente di dilatazione lineare di circa 0,07 mm/m per ogni grado Celsius. Su un infisso da 2 metri, una variazione di 30°C significa una modifica dimensionale di oltre 4 mm.
Se il giunto di posa non permette questo movimento naturale, il telaio entra in compressione contro la muratura. È qui che nascono:
- aperture difficili in estate,
- micro-fessure del silicone,
- perdita di tenuta all’aria sotto vento forte,
- deformazioni permanenti.
Il tecnico che lavora in Lombardia lo vede nelle case orientate a sud: la parte esposta al sole tende a dilatarsi più rapidamente, creando tensioni che mettono alla prova sia il profilo sia la schiuma.
Affidarsi a produttori che comprendono materiali e posa è essenziale
Per chi lavora in aree come Milano, dove le escursioni termiche sono forti e le normative energetiche sono stringenti, collaborare con aziende che conoscono davvero il comportamento del PVC è fondamentale.
Un produttore competente non si limita a offrire un profilo esteticamente gradevole: garantisce qualità di saldatura, vetrocamere adeguate al contesto urbano e soprattutto sistemi di posa che tengano conto della dilatazione e della stabilità del telaio.
Approfondimento tecnico per il contesto lombardo
Per chi lavora con la posa in opera professionale, la documentazione tecnica specifica per il territorio di Milano e dintorni — completa di valori reali di trasmittanza, isolamento acustico e raccomandazioni di installazione — è disponibile qui: https://euroinfissi.eu/infissi-in-pvc-milano/

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