Consigli pratici su come tagliare il Plexiglass

Ultimo aggiornamento: 26.07.24

 

Storia, caratteristiche, applicazioni e consigli su come lavorare quello che è considerato uno dei materiali di sintesi più rivoluzionari e versatili al mondo.

 

Il materiale di cui stiamo parlando è il polimetilmetacrilato, o PMMA, ma è noto soprattutto con uno dei nomi commerciali registrati dalle ditte che lo producono: il Plexiglas. I lettori più attenti avranno potuto notare che nel titolo dell’articolo, il nome Plexiglass è riportato con due S; nonostante si tratti di una trascrizione sbagliata, visto che Plexiglas è un marchio registrato e si scrive con una sola S, l’errore è talmente diffuso da essere entrato a far parte del lessico comune e di conseguenza, per comodità di chi legge, useremo anche noi questa forma.

Nel nostro articolo andremo ad approfondire ulteriormente la conoscenza di questo materiale e delle metodologie di lavorazione utili agli appassionati di fai da te, inclusi consigli su come tagliare il plexiglass senza rovinarlo.

 

Storia, caratteristiche e applicazioni

Il polimetilmetacrilato è stato sviluppato in diversi laboratori europei nel 1928 e immesso sul mercato nel 1933; tre anni dopo, nel 1939, venne creata la prima lente a contatto in materiale plastico realizzata interamente in PMMA.

Le caratteristiche principali di questo materiale sono quella di possedere un grado di trasparenza superiore a quello del vetro, infatti alcune varietà possono essere attraversate anche dai raggi ultravioletti e dagli infrarossi, e di poter essere reso più o meno infrangibile a seconda della sua mescola. Un’altra caratteristica tipica del PMMA, inoltre, è quella di essere biocompatibile con i tessuti umani.

Le sue applicazioni sono molteplici, infatti è usato in numerosi settori, da quello ingegneristico-architettonico fino a quello medico, per la fabbricazione di una vasta gamma di oggetti. La forma più comune in cui viene fabbricato sono lastre e blocchi, ma il PMMA viene lavorato anche per assumere forme complesse e produrre cupole trasparenti, vasche da bagno, piatti doccia e lenti di varie dimensioni, oppure viene “filato” e poi usato per fabbricare fibre ottiche; in ambito medico, invece, è usato per la realizzazione di lenti a contatto, protesi ortopediche e per chirurgia estetica.

Alcune industrie sono in grado di produrre plexiglass su misura scalare superiore agli standard, anche oltre i 40 centimetri di spessore, e produrre lastre da usare per le finestrature dei sottomarini o come pareti per i grandi acquari oceanici. Il plexiglass curvo, invece, è usato soprattutto per creare i le cupole trasparenti per gli abitacoli degli aerei e degli elicotteri

Metodi per tagliare, forare e piegare il plexiglass

Dal momento che si tratta di un materiale plastico ottenuto per polimerizzazione, tagliare il PMMA è come tagliare la plastica, con la differenza che richiede alcuni ulteriori accorgimenti.

Prima di tutto è di fondamentale importanza usare lame con un elevato numero di denti, in modo non correre il rischio di scheggiare le lastre; l’avanzamento della lama, inoltre, deve essere lento in modo da non creare strappi, soprattutto allo spigolo di uscita, e durante il taglio è consigliabile usare un lubrificante per evitare che il plexiglass si surriscaldi. Lo stesso discorso vale anche per la fresatura e la foratura.

Le lastre o i blocchi da tagliare devono essere adeguatamente bloccati da morsetti, in modo da ridurre il più possibile le vibrazioni; attuando queste precauzioni è possibile eseguire tagli lineari e anche curvi con una certa facilità. Per eseguire tagli curvi sulle lastre di plexiglass in modo preciso è bene aiutarsi con un tagliavetro circolare in modo da praticare un’incisione guida da seguire poi con la lama; per ridurre al minimo le vibrazioni della lastra durante il taglio, poi, è consigliabile preparare un supporto che abbia la stessa curvatura del taglio da eseguire, in modo da poter sostenere l’intera lastra di plexiglass fino ai bordi della curvatura. Meglio invece non affidarsi a una sega da banco o a strumenti pensati per altri scopi. 

Piegare plexiglass, invece, è un’operazione che richiede il metodo della formatura a caldo, e quindi l’uso di forni o di riscaldatrici da banco; queste ultime possono essere reperite anche per uso hobbistico, ma sono comunque macchine ingombranti e costose, destinate prevalentemente all’uso artigianale e semi professionale.

Applicazioni fai da te del plexiglass

Il plexiglass è usato anche nel bricolage, per realizzare oggettistica a scopi funzionali e d’arredo. Lastre e blocchi di PMMA, possono essere facilmente acquistati anche online e utilizzati per varie applicazioni. Il prezzo varia in funzione dello spessore e delle dimensioni, ma di solito sono adoperate soprattutto le lastre con spessori variabili dai 2 ai 5 millimetri, perché sono facili da lavorare mediante un utensile multifunzione con mandrino, oppure utilizzando i classici elettroutensili hobbistici.

In questo caso rimangono valide le stesse precauzioni descritte in precedenza, in modo da poter tagliare e forare il plexiglass senza correre il rischio di rovinarlo.

Le lastre sono anche ricoperte da una pellicola adesiva di protezione contro graffi e abrasioni e da poterle maneggiare liberamente durante le fasi di lavorazione senza correre il rischio di rovinarle. Se le lastre da lavorare sono di piccole dimensioni, inoltre, è possibile applicare anche il metodo della formatura a caldo adoperando una pistola termica.

Come incollare il plexiglass

Gli appassionati di modellismo e diorami fanno largo uso di lastre di plexiglass per diversi scopi; uno di questi consiste nel tagliare le lastre in pezzi sagomati da incollare insieme, in modo da creare delle pareti di contenimento per colate di resina epossidica, per creare delle teche su misura per i modellini e i diorami, invece, oppure delle scatole trasparenti. Per tagliare le lastre viene solitamente adoperato un cutter, con il quale si pratica un’incisione che una volta piegata a mano si spacca di netto lungo tutta la sua linea. Per incollarle insieme, invece, i metodi richiesti variano a seconda del caso.

Se lo scopo principale è quello di creare una vasca di contenimento per colate di resina, per esempio, allora bisognerà adoperare la colla siliconica a caldo; questa può essere facilmente rimossa in seguito, infatti, in modo da poter staccare il plexiglass dal blocco di resina una volta solidificato. Se invece bisogna incollare insieme lastre per creare scatole o teche, allora è meglio adoperare l’apposita colla per plexiglass; che ha una consistenza liquida come l’acqua e una base solvente che agisce soltanto sulle molecole di metacrilato.

Il solvente scioglie i pezzi di metacrilato con cui entra a contatto, e li fonde insieme asciugando pressoché istantaneamente; per questa ragione i pezzi di plexiglass devono essere prima assemblati a secco e fissati nella posizione definitiva con l’aiuto di carta gommata, dopodiché si applica la colla lungo le giunzioni con l’aiuto di un pennellino. Ecco il procedimento da seguire, quindi, per incollare il plexiglass.

 

 

 

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