I 7 Migliori Trafori del 2024

Ultimo aggiornamento: 26.07.24

 

Traforo – Opinioni, Analisi e Guida all’acquisto

 

Prima di lanciarvi nell’acquisto di un nuovo traforo, a prescindere dalla tipologia, vi suggeriamo di consultare la nostra guida all’acquisto, nella quale troverete ulteriori informazioni e approfondimenti su questo particolare utensile. Prima della guida, però, troverete una recensione dei modelli attualmente più richiesti sul mercato. I vari trafori sono elencati in ordine di importanza in baso al loro successo di mercato, e infatti ai primi posti si collocano due esemplari per impiego hobbistico che gli acquirenti hanno particolarmente apprezzato: il Dremel Moto-Saw MS20-1/5, del quale è stato premiato soprattutto l’eccellente rapporto qualità-prezzo, e il FERM SSM1007, prodotto da un brand sussidiario della ditta Makita e particolarmente apprezzato per il suo prezzo modesto e facilmente accessibile.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

I 7 Migliori Trafori – Classifica 2024

 

A seguire troverete la recensione dei modelli venduti online che gli acquirenti hanno apprezzato di più, e dei quali ci hanno segnalato tanto i pregi quanto i difetti.

 

 

Traforo elettrico

 

1. Dremel Moto-Saw MS20 Sega da Traforo Compatta

 

Dremel, insieme a Proxxon, è uno dei brand più blasonati nel settore di produzione degli elettroutensili di precisione, e anche se la ditta Proxxon è ritenuta al vertice per quanto riguarda la qualità e le prestazioni offerte dalle sue attrezzature, Dremel è avvantaggiata dalla convenienza economica.

Ecco perché il traforo elettrico MS20-1/5 è ritenuto dagli acquirenti uno dei migliori trafori del 2024, con un prezzo decisamente vantaggioso e un’elevata versatilità e facilità d’uso. La confezione, infatti, è una valigetta comoda e ben curata anche esteticamente, che include l’archetto, il piano di lavoro con il morsetto di fissaggio, la guida per i tagli angolari e cinque lame: due MS51 e due MS52 per il taglio del legno, più una MS53 per tagliare il metallo.

Può essere utilizzato anche a mano libera, naturalmente; le pecche, invece, sono le vibrazioni prodotte e l’archetto poco profondo, che limita la movimentazione dei pezzi in lavorazione.

 

Pro

Rapporto qualità-prezzo: La convenienza del prezzo e le discrete prestazioni, hanno reso il traforo MS20-1/5 uno dei modelli più venduti, tra tutti quelli destinati a uso hobbistico.

Versatile: Può tagliare non soltanto il legno, ma anche la plastica e i metalli non ferrosi, come le leghe di alluminio per esempio; va da sé che per farlo bisogna montare le apposite lame.

Facile da usare: Il traforo Dremel è anche molto facile da usare, soprattutto per quanto concerne il cambio delle lame, reso estremamente semplice dal sistema a leva.

 

Contro

Solo per hobby: Il traforo Dremel offre un buon livello di prestazioni, ma è in ogni caso destinato esclusivamente all’impiego hobbistico; i più esigenti dovranno orientarsi su un altro prodotto.

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Traforo per legno

 

2. Ferm SSM1007 Sega da Traforo 120W

 

Il traforo per legno SSM1007 è fabbricato dalla ditta olandese FERM, ed anche questo modello è destinato prevalentemente all’impiego amatoriale e hobbistico. Rispetto al Dremel costa un po’ di più, ma ha il vantaggio di essere dotato di un interruttore a pedale, il quale permette di mantenere le mani libere durante il lavoro.

È anche più potente, 120 Watt contro i 70 del Dremel, e il piano di lavoro ha l’inclinazione regolabile in un arco di 45 gradi, inoltre è dotato di sistema di tensionamento rapido delle lame e di soffiatore orientabile, in modo da mantenere l’area di taglio sempre pulita e sgombra dalle polveri prodotte. 

La confezione include anche una chiave a brugola, due adattatori per lame universali per sega e sei lame, due da 10, due da 15 e due da 25 TPI. L’unica pecca purtroppo, è la mancanza di una guida laterale, presente invece nel traforo Dremel.

 

Pro

Interruttore a pedale: La dotazione di accessori include anche un comodo interruttore a pedale, che permette di tenere entrambe le mani libere e di concentrarsi sul lavoro. L’interruttore può anche essere disattivato in caso di funzionamento continuo.

Ben accessoriata: A parte l’interruttore a pedale, tra gli accessori sono incluse sei lame divise in tre coppie, ognuna di una diversa misura, due adattatori per lame universali per sega e una chiave a brugola.

Facile da gestire: Grazie al sistema di tensionamento rapido della lama, sia il cambio delle stesse sia la gestione del traforo sono estremamente facilitate; come del resto ci si aspetta da un buon elettroutensile hobbistico.

 

Contro

Guida laterale: Purtroppo manca una guida laterale che possa essere d’aiuto nei tagli lineari, anche angolati, che richiedono una maggiore precisione.

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Traforo Proxxon

 

3. Proxxon 28 092 DSH Sega da Traforo, 205 Watt

 

Stando ai pareri dei numerosi acquirenti soddisfatti, il Proxxon 28092 DSH è il miglior traforo tra tutti quelli esaminati nella nostra guida; è ben progettato e assemblato con materiali di prima scelta, solido, resistente e con un livello di prestazioni professionale.

A differenza dei trafori esaminati in precedenza, infatti, che fanno fatica a tagliare spessori superiori ai 18 millimetri, il traforo Proxxon può tagliare senza problemi spessori fino a 50 millimetri nel legno, fino a 30 millimetri nel plexiglass e nella plastica, anche quando rinforzata con fibra di vetro, gomma, sughero, schiuma o pelle, e addirittura fino a 10 millimetri nell’acciaio non legato e nei metalli non ferrosi.

Ha una potenza di 205 Watt e due velocità di lavoro: 900 e 1.400 giri al minuto; la sua unica limitazione, secondo alcuni acquirenti, è data dal prezzo che, in comparazione ai trafori esaminati in precedenza, è più che raddoppiato.

 

Pro

Proxxon: Parliamo del marchio leader nel settore di produzione degli elettroutensili di precisione; è apprezzato soprattutto da orafi, odontotecnici, meccanici e altre figure professionali specializzate, ma è molto amato anche dagli hobbisti.

Prestazioni eccellenti: Il traforo Proxxon DSH è capace di tagliare il legno fino a 50 millimetri, la plastica fino a 30 millimetri e i metalli non ferrosi fino a 10 millimetri; tra i diversi modelli venduti online difficilmente ne troverete uno dalle prestazioni simili.

Professionale: Questo traforo è adatto soprattutto per i fabbricanti di giocattoli artigianali, per la costruzione di modelli architettonici, per la carpenteria e per la ristrutturazione di mobili antichi.

 

Contro

Non facile: Le caratteristiche professionali del traforo Proxxon DSH lo rendono di non facile utilizzo da parte degli hobbisti, soprattutto il sistema di cambio delle lame.

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Archetto da traforo

 

4. Pebaro 935 Set Seghetto da Traforo

 

Se invece cercate dove acquistare un archetto da traforo manuale a prezzi bassi, l’articolo 935 prodotto dalla ditta tedesca Pebaro è esattamente quel che fa al caso vostro. Si tratta infatti di un set da traforo che include l’archetto da traforo, un martello, un piccolo cacciavite, un punteruolo manuale, un morsetto, la tavoletta di appoggio e un astuccio con cinque lame.

È il classico set da traforo che quasi ognuno di noi ha utilizzato almeno una volta nella vita come attività didattica alle scuole medie, ma è funzionale e adatto anche ai lavori hobbistici e, all’occorrenza, per uso artigianale leggero, a patto però di cambiare le lame perché quelle in dotazione sono di scarsa qualità e tendono a rompersi molto in fretta.

Gli acquirenti lo consigliano prevalentemente come regalo per bambini dagli 8 anni su, in modo da offrirgli un’alternativa di svago che sia costruttiva e diversa dalla TV e dai videogame.

 

Pro

Economico: Con poco meno di 16 euro potrete fare un figurone, regalando un set che stimola la creatività e la manualità del bambino, lo introduce al mondo dell’arte e dell’artigianato e, soprattutto, lo tiene lontano dalla TV.

Completo: Il kit include tutto ciò che serve: l’archetto con una riserva di cinque lame, un martello, un cacciavite, un piccolo trapano manuale, la tavoletta di supporto e il relativo morsetto per fissarla al tavolo.

Sicuro: Il set Pebaro è anche sicuro, dal momento che l’azienda tedesca è specializzata nella produzione di utensili e accessori per il traforo a scopo didattico ed educativo, quindi utilizza materiali privi di cromo, piombo e altre sostanze nocive.

 

Contro

Solo per bambini: Occasionalmente potrebbe essere usato anche in ambito hobbistico, per piccoli lavori di manutenzione, ma di norma è destinato prevalentemente ai bambini.

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Traforo oscillante

 

5. Einhell 4309040 Traforo Oscillante TC-SS 405 E

 

Il traforo TC-SS 405 E, prodotto dalla ditta tedesca Einhell, è il più economico tra tutti i trafori elettrici esaminati nella nostra guida, e ovviamente è destinato esclusivamente all’impiego hobbistico non intensivo.

È azionato da un motore della potenza di 120 Watt dotato di regolazione elettronica della velocità in un intervallo compreso tra i 400 e i 1.600 giri al minuto, in modo da adattarla al tipo di materiale da tagliare; è completo di piano di lavoro inclinabile da 0 a 45 gradi e ha un’altezza di taglio massima di 57 millimetri, che si riducono a 27 millimetri nei tagli angolati a 45 gradi.

Secondo gli acquirenti però, nonostante il traforo oscillante Einhell abbia buone caratteristiche sulla carta, in realtà è fabbricato con materiali mediocri, l’assemblaggio lascia alquanto a desiderare e le prestazioni sono mediocri perfino per l’uso hobbistico. Il principale pregio che gli viene riconosciuto è la sua economicità.

 

Pro

Economico: Il traforo oscillante Einhell è stato apprezzato soprattutto perché è un elettroutensile a basso costo, ideale quindi per i meno esigenti e per chi ne fa un uso sporadico.

Velocità regolabile: A differenza di altri trafori elettrici della fascia più economica, offre almeno il vantaggio della velocità regolabile, in modo da poter tagliare sia il legno sia la plastica e i metalli morbidi.

Capacità di taglio: L’altezza massima consentita per il taglio è di 57 millimetri con lama perpendicolare; ovviamente bisogna fare i conti con la natura economica del prodotto e non aspettarsi miracoli.

 

Contro

Prestazioni: La lama non riesce a seguire tagli lineari ma tira verso un lato, aumentando la velocità la precisione scompare e anche le prestazioni del motore sono discontinue.

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Traforo per legno professionale

 

6. Proxxon 27094 DS 460 Sega da Traforo a 2 Velocità

 

Il Proxxon DS 460 è un traforo per legno professionale al top sotto tutti gli aspetti, sia per quanto riguarda i materiali di fabbricazione e le prestazioni, sia in termini di prezzo, infatti è il più costoso tra tutti i trafori elettrici esaminati nella nostra guida.

A differenza dell’altro traforo Proxxon esaminato in precedenza, infatti, il DS 460 è decisamente superiore, a cominciare dalle dimensioni e quindi dalla profondità dell’archetto. Il motore è analogo a quello del DSH, in potenza e velocità, ma la lunghezza della gola è di 460 millimetri, contro i 400 del DSH, e la capacità di taglio è di 60 millimetri per il legno, 40 millimetri per la plastica e 15 millimetri per i metalli non ferrosi.

Il costo elevato, però, è vantaggioso soltanto per un professionista; anche il sistema di aggancio delle lame, fatto per assicurare una compatibilità universale, è troppo complicato per un hobbista.

 

Pro

Traforo professionale: Il Proxxon DS 460 è costoso ma si tratta di un modello di alta qualità e prestazioni, le sue capacità di taglio sono addirittura superiori perfino al Proxxon DSH esaminato in precedenza

Compatibilità universale: Il sistema di aggancio per le lame è particolare, in quanto è progettato per essere compatibile sia con le lame dotate di perni, sia con quelle lisce, quindi non è semplice da gestire per un hobbista.

Versatile e comodo: A parte l’elevata versatilità per quanto riguarda i materiali che è possibile tagliare, è anche dotato di aspiratore e predisposizione per l’attacco a un aspirapolvere esterno.

 

Contro

Non semplice: Nonostante sia potenzialmente adatto anche per gli hobbisti, rimane comunque costoso e di non facile gestione nel cambio delle lame, quindi è consigliato soltanto a utenti molto esperti.

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Traforo per bambini

 

7. La Nuova Faro S.R.L. Blister Traforo più Assicella

 

Il traforo per bambini prodotto dalla ditta italiana La Nuova Faro sta per diventare un introvabile pezzo da collezione dato che questa storica ditta italiana, fondata nel 1945, ha dovuto chiudere definitivamente i battenti nel 2017.

La Nuova Faro divenne famosa soprattutto grazie alla sua linea di elettroutensili giocattolo, trapani, fresatrici e molti altri ancora, riproduzioni fedeli e funzionanti degli originali, ma di dimensioni più piccole. Il traforo SR8/23 è venduto in una confezione blister di sei elementi che comprende l’archetto, un righello, la tavoletta di supporto con relativo morsetto, un astuccio con le lame e una plancia di legno multistrato con la stampa di una piccola casetta, in modo da permettere al bimbo di cominciare subito a fare pratica.

Ha un costo molto accessibile ed è adatto a partire dai 6 anni di età; inoltre, come accennato in precedenza, è quasi un oggetto da collezione data la difficile reperibilità.

 

Pro

Oggetto unico: I giocattoli de La Nuova Faro erano conosciuti e apprezzati in tutto il mondo; da quando la ditta ha chiuso definitivamente, nel 2017, è sempre più difficile reperire i suoi prodotti.

Economico: Nonostante si possa considerare quasi un oggetto da collezione, è ancora disponibile al vecchio prezzo di vendita, decisamente economico e accessibile a tutti.

Set completo: Il set è completo di tutto l’occorrente, inclusa una plancia in legno multistrato con lo schema di una piccola casa di campagna.

 

Contro

Edizione inglese: La confezione in oggetto è una edizione per il mercato inglese, di conseguenza le istruzioni d’uso sono soltanto in quella lingua.

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Accessori

 

Lame per traforo elettrico

 

Proxxon 28741 Lame da Traforo Standard

 

Se state cercando soltanto un nuovo set di lame per il vostro traforo elettrico, allora i consumatori consigliano caldamente il set 28741 prodotto da noto marchio tedesco Proxxon, tra i migliori nel settore.

Questo set è composto da dodici lame con dentatura grossolana, ovvero con una densità di dieci denti per pollice, dotate di perni trasversali alle estremità per il fissaggio.

Queste lame sono particolarmente adatte per il taglio di legno, sia morbido sia duro, di plastica e di altri materiali, e soprattutto per elevati spessori. Sono progettate per i trafori Proxxon, ovviamente, ma sono compatibili anche con la maggior parte dei trafori prodotti da altre ditte, predisposti per il sistema di fissaggio a perni.

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Guida all’acquisto – Come scegliere i migliori trafori?

 

Le diverse opzioni di scelta

Cosa vi spinge ad acquistare un traforo? Ne state cercando uno perché è richiesto dal programma di studi di vostro figlio, oppure perché volete fare un regalo originale a un bambino? Quale traforo comprare? Un utensile specifico da usare per lavoro, o un modello semplice per uso hobbistico?

Come potrete facilmente intuire da queste domande, per capire come scegliere un buon traforo dovete innanzitutto conoscere lo scopo principale per il quale verrà usato, in quanto i modelli e le tipologie disponibili in commercio sono abbastanza variegate.

Innanzitutto bisogna partire dalle due categorie principali in cui si suddividono i diversi trafori in commercio: i modelli manuali e quelli elettrici. Il traforo manuale, noto più semplicemente come archetto da traforo, è una variante della sega creata appositamente per il taglio di pezzi di legno dello spessore di pochi millimetri. 

Per quanto riguarda le dimensioni e la forma, gli archetti da traforo sono rimasti pressoché inalterati nel tempo; anche le lame che utilizzano sono altamente standardizzate. I trafori elettrici, invece, rappresentano l’evoluzione tecnologica della variante manuale, e sono delle vere e proprie macchine stazionarie, seppur di dimensioni ragionevolmente contenute.

 

I trafori manuali

Gli archetti da traforo manuali si possono suddividere a loro volta nei modelli per bambini e in quelli destinati a uso generico. I trafori per bambini più diffusi sono le confezioni kit, che di solito contengono i componenti base necessari a un principiante, e cioè l’archetto, un set di lame di ricambio, il supporto di taglio, il morsetto per fissare il supporto al tavolo e un trapano manuale a punteruolo. Il loro prezzo può variare di circa 10 euro fino a un massimo di 25, in base al marchio, alla qualità dei materiali e agli eventuali ulteriori accessori a corredo, come righelli o altro.

A parte le lame di ricambio, è possibile acquistare singolarmente anche gli altri componenti del kit, quindi soltanto l’archetto, il supporto, il morsetto e via dicendo; ovviamente in questo caso i prezzi calano ulteriormente, ma se occorre acquistarli tutti allora è più conveniente farlo sotto forma di kit.

Lo stesso vale per i trafori manuali generici, che sono destinati sia a uso hobbistico e artigianale sia professionale, fatte le debite differenze per quanto concerne il numero degli accessori presenti nei diversi kit in commercio, la qualità dei materiali di fabbricazione e i prezzi, che infatti oscillano tra i 40 e i 90 euro circa.

I pezzi singoli, anche in questo caso, sono da acquistare solo se si è già in possesso di un kit, in quanto prendendoli tutti singolarmente la spesa complessiva, seppur di poco, risulterebbe in ogni caso maggiore.

 

I trafori elettrici

I modelli elettrici sono destinati esclusivamente agli hobbisti, sia ai principianti sia a quelli esperti ovviamente, agli artigiani e ai professionisti. Se le vostre esigenze sono di questo tipo allora conviene orientarsi su una tipologia di elettroutensili il cui costo può variare dai 90 ai 400 euro circa.

La variazione di prezzo è abbastanza consistente come potete vedere, ma a differenza dei semplici archetti manuali, i trafori elettrici sono delle vere e proprie macchine stazionarie da banco, progettate con caratteristiche più o meno diverse a seconda del modello e della destinazione d’uso ma con un alto livello di prestazioni e potenza.

Alcuni modelli sono specifici per il taglio del legno, mentre altri permettono di tagliare anche materiali plastici e leghe metalliche di vario tipo, incluso l’alluminio e in alcuni casi perfino gli acciai morbidi. Inoltre, mentre alcuni sono costruiti in modo da avere l’archetto fisso, altri, come il Dremel per esempio, hanno l’opzione di poter separare l’archetto dal piano di lavoro e dirigerlo manualmente.

Gli esemplari che rientrano nella fascia di prezzo medio-bassa, che va dai 90 ai 150 euro circa, sono ideali per gli hobbisti e per gli amanti del bricolage; i marchi più noti e affidabili, in questa fascia, sono Dremel, Feider, Einhell, Ferm, Scheppach, FoxFemi e altri ancora.

Per l’impiego artigianale e professionale, invece, è meglio orientarsi verso la fascia di prezzo medio-alta, che va dai 180 fino ai 400 euro circa; i marchi che hanno una particolare fama di eccellenza in questa fascia sono Hegner, Proxxon e Holzkraft, da non confondere con il brand Holzstar invece, che rientra nella fascia medio-bassa.

 

 

 

Domande frequenti

 

Quanto è lunga la lama per il seghetto da traforo?

La lunghezza standard delle lame per il seghetto da traforo è di 132 millimetri complessivi, ovvero incluse le estremità da inserire nei punti di fissaggio, quindi l’area utile dentata ha una lunghezza di circa 105 millimetri.

A questo standard fanno eccezione soltanto le lame per il seghetto da traforo alternativo, la cui lunghezza complessiva può arrivare fino a un massimo di 180 millimetri. Questo tipo di lame, però, vengono fissate soltanto a una delle estremità e anche la loro larghezza è maggiore rispetto a quelle progettate per il classico archetto da traforo, manuale o elettrico che sia.

Un’altra caratteristica importante atta a classificare le diverse lame da traforo è la grossolanità, con questo termine ci si riferisce al numero di denti per pollice posseduto dalla lama, o TPI. Minore è il numero di denti più è grossolana la lama, quindi adatta per eseguire tagli veloci e aggressivi a scapito della precisione; maggiore è il numero dei denti, invece, tanto più preciso e meno veloce risulterà il taglio, ma anche il rischio di spezzare la lama sarà incrementato.

 

Dove comprare i disegni per traforo?

Gli schemi e i progetti per il traforo, a seconda della loro finalità d’uso e della loro complessità, si possono reperire presso diverse fonti. Quelli destinati ai bambini a scopo didattico o per gioco, per esempio, si possono facilmente acquistare nei negozi di giocattoli e nelle cartolerie; i disegni per uso hobbistico, invece, si trovano sia nei negozi che vendono strumenti e materiali per arte e artigianato sia in quelli di modellismo e hobbistica più forniti.

Possono essere acquistati anche online ovviamente, dove l’ulteriore vantaggio è dato dalla possibilità di accedere a una gamma più ampia di progetti basata sulla loro finalità di utilizzo, soprattutto per quanto riguarda i disegni di alta complessità realizzati per applicazioni professionali oltre che hobbistico.

La maggior parte dei disegni per traforo realizzati per impieghi professionali, o anche hobbistici ma di una certa complessità però, sono ovviamente coperti da diritti d’autore ragion per cui hanno un costo diverso rispetto a quelli destinati a uso didattico o semplicemente per gioco.

In linea di massima quindi, i prezzi possono variare dai 2-3 euro circa dei disegni per uso scolastico o generico per bambini, fino ai 100 euro e oltre per i progetti più complessi e dettagliati, destinati all’impiego modellistico, artistico, artigianale e professionale.

 

 

 

Come utilizzare un traforo 

 

Come imparare a lavorare al traforo

 

Ecco una piccola guida destinata ai principianti, con suggerimenti e consigli relativi all’uso del traforo: a partire dall’archetto manuale fino ai modelli oscillanti da banco.

 

Tra i vari utensili destinati all’uso hobbistico, il traforo è uno di quelli che esercita il fascino maggiore; non a caso, infatti, questo strumento, nella sua forma manuale, è utilizzato anche nei programmi di studio delle scuole artistiche, e in tempi passati anche in quelli delle scuole medie.

Il traforo è usato soprattutto per il taglio del legno pannellare, sia massiccio sia multistrato, con spessori che variano dai 2-3 fino ai 50-60 millimetri circa, per la creazione di modellini, lanterne, cornici decorate e una miriade di altri oggetti di arte e artigianato; alcuni trafori però, soprattutto i modelli elettrici destinati all’impiego professionale, sono in grado di tagliare anche la plastica, il metallo e altri tipi di materiale, e quindi possono essere usati per lavori di ristrutturazione, carpenteria e altre applicazioni.

L’uso del traforo richiede una certa manualità, a prescindere se si utilizza l’archetto manuale o la macchina stazionaria alimentata elettricamente, quindi adesso cercheremo di illustrare le caratteristiche principali di questi strumenti e il modo corretto, per un principiante, per approcciarsi al loro utilizzo.

 

Il traforo manuale

Per i principianti assoluti è consigliabile iniziare con un traforo manuale, e cioè il classico archetto compatibile con le lame dalle estremità lisce. È importante partire dallo strumento manuale perché questo è l’unico modo per capire realmente e fino in fondo la dinamica di comportamento delle lame, ma andiamo con ordine.

 

 

L’archetto manuale è dotato di due morsetti con viti a farfalla dove vanno serrate le estremità della lama, quest’ultima deve essere messa in tensione e l’unico modo per farlo è stringere l’archetto con una mano mentre si serrano le viti. La lama va rigorosamente montata con i denti rivolti in avanti e verso il basso, una volta fissata l’archetto è pronto, a questo punto potrete prendere il pannello di legno, o di compensato, appoggiarlo sull’apposito supporto da tavolo e cominciare a incidere un bordo per dare inizio al taglio.

Il controllo dell’archetto, inizialmente, sarà abbastanza difficoltoso in quanto i movimenti della mano non si limitano soltanto al su e giù che si fa per tagliare, ma anche a quelli laterali; dal momento che le lame per traforo sono estremamente sottili, quindi, i piccoli movimenti di torsione laterale che subiscono durante il taglio, se inavvertiti e non volutamente guidati, incrementano notevolmente le possibilità di romperle.

Ecco perché è molto importante acquisire prima una certa pratica con lo strumento manuale; il secondo motivo invece, altrettanto importante, è di natura economica. L’archetto manuale costa molto meno rispetto alla macchina stazionaria alimentata a corrente; di conseguenza, con una minima spesa, potrete facilmente acquistare un ottimo traforo (ecco la lista dei migliori prodotti) e una nutrita scorta di lame per cominciare, senza dovervi preoccupare se ne rompete parecchie prima di acquisire la giusta manualità.

 

Le diverse lame e i metodi di serraggio

L’importanza di acquisire la giusta manualità partendo da un archetto, prima di passare a un traforo elettrico, è data soprattutto dal fatto che la maggior parte dei tagli da eseguire sono curvi, e spesso addirittura con angolazioni molto marcate. Inoltre non sempre vi troverete a tagliare pannelli da due o tre millimetri di spessore, ma anche pezzi di legno da quattro o cinque centimetri.

I trafori elettrici possono contare su un’ampia varietà di lame che, spesso e volentieri, facilitano le cose in quanto sono concepite apposta per utilizzi specifici. Le varie differenze consistono innanzitutto nel tipo e numero di denti; le confezioni con le lame di ricambio possono indicare la tipologia tramite un numero seguito dall’acronimo TPI, che indica in maniera esatta il numero di denti per pollice, ma la maggior parte si limita a indicare la definizione: grossolana, fine o extra-fine.

Le lame grossolane sono quelle che hanno meno denti, e sono adatte a tagliare legno e altri materiali morbidi, le lame fini ed extra-fini, invece, sono concepite per agire sui materiali più duri. Di solito la dentatura è lineare, cioè è sagomata soltanto sul bordo anteriore, esistono però delle particolari lame che sono definite omnidirezionali, dove i denti sono scolpiti a spirale tutto intorno alla lama.

Un’altra caratteristica distintiva delle lame da traforo e data dal tipo di estremità che possiedono; le estremità lisce sono praticamente universali, cioè possono essere montate tanto sugli archetti manuali quanto sui trafori elettrici, le estremità dotate di piccoli perni trasversali, invece, sono compatibili esclusivamente con i trafori elettrici.

 

Le asole

Il particolare riguardante le estremità della lama assume una certa importanza soprattutto a causa di un particolare tipo di taglio, che è molto frequente quando si lavora al traforo, e cioè le asole.

Spesso e volentieri, infatti, bisognerà tagliare aree che si trovano internamente allo schema del pezzo che si sta realizzando; per farlo, quindi, bisognerà praticare un foro col trapano a punteruolo all’interno dell’asola, smontare una delle estremità della lama, farla passare all’interno del forellino e poi fissarla di nuovo all’archetto, o al braccio oscillante nel caso di un traforo elettrico. Anche questa operazione, apparentemente facile, richiede una certa attenzione e manualità per evitare di spezzare la lama.

 

 

Il traforo elettrico

A differenza del traforo manuale, quello elettrico è una vera e propria macchina stazionaria dove l’archetto è collegato a un motore che genera elevate velocità, regolabili o meno a seconda del modello. I pezzi da lavorare vanno quindi poggiati su un piano da lavoro e spinti contro la lama in movimento.

Dal momento che il braccio oscillante è mosso da un motore, entrambe le mani dell’operatore sono libere di muovere il pezzo in modo da seguire le linee di taglio. Coloro che avranno speso un po’ di tempo a fare pratica con l’archetto manuale saranno avvantaggiati, perché sapranno come muovere il pezzo in modo da eseguire un taglio scorrevole senza correre il rischio di spezzare la lama, soprattutto quando bisogna eseguire dei tagli inclinati; i principianti che usano il traforo elettrico senza alcuna esperienza pregressa, invece, sono più portati a compiere movimenti bruschi, soprattutto nelle curve e negli angoli più stretti, che come risultato portano al danneggiamento simultaneo della lama e del pezzo da tagliare.

 

 

 

Il traforo oscillante

 

 

Tutto quel che c’è da sapere su questo particolare tipo di elettroutensile, dalle caratteristiche alle applicazioni, e come scegliere il modello adatto alle proprie esigenze.

 

A differenza del classico archetto da traforo, che è un utensile manuale estremamente semplice, il traforo oscillante è una vera e propria macchina stazionaria da banco di dimensioni compatte, alimentata da un motore elettrico e concepita per il taglio di diversi materiali. 

Alcuni esemplari, infatti, sono progettati esclusivamente per il taglio del legno, mentre altri sono in grado di agire anche su materie plastiche, incluse quelle rinforzate con fibra di vetro, e leghe metalliche non ferrose, come l’alluminio per esempio.

Va da sé che i modelli capaci di tagliare diversi materiali sono decisamente più costosi, e solitamente destinati a una fascia di utenza professionale composta da artigiani e meccanici specializzati nei lavori di precisione. 

I trafori (ecco i migliori modelli) più venduti, invece, sono proprio quelli progettati per la fascia di utenza amatoriale, costituita dagli hobbisti, a prescindere dal loro livello di esperienza, e dagli amanti del fai da te e del bricolage, i quali rappresentano il segmento di mercato più ampio. Ma cerchiamo di esaminare in maniera più approfondita quali sono le caratteristiche principali di questi elettroutensili.

 

Caratteristiche tecniche e particolarità dei trafori elettrici

Alla pari dell’archetto manuale, anche i trafori elettrici sono dotati di un braccio a gomito alle cui estremità vengono fissate le diverse lame compatibili; questo però, invece di essere dotato di impugnatura, è fissato a un solido basamento e collegato a un motore.

Il motore è collegato a una sezione incernierata del braccio, e quando viene messo in funzione la fa oscillare su e giù ad altissime velocità, permettendo quindi un taglio efficiente che non richiede alcuno sforzo all’operatore. Essendo parte integrante della macchina, infatti, il braccio di taglio non richiede il controllo diretto, l’operatore può quindi disporre di entrambe le mani per spostare i pezzi da tagliare con la massima libertà.

Il taglio avviene poggiando il pezzo su un piano da lavoro e spingendolo manualmente contro la lama, seguendo le linee previste dallo schema progettuale sul quale si lavora. Il piano da lavoro trova posto immediatamente sopra il basamento principale della macchina, e di solito può essere regolato in un arco di 45° in modo da permettere l’esecuzione di tagli inclinati.

Quasi tutti gli esemplari di traforo oscillante attualmente in commercio sono strutturati in questo modo, fatta eccezione per alcuni esemplari come il traforo Dremel, per esempio, il quale è disegnato in modo da poter essere usato sia in modalità macchina stazionaria sia a mano libera, come un classico archetto da traforo manuale, semplicemente staccando l’archetto dal piano di lavoro.

 

 

Le lame da traforo e i metodi di fissaggio

Le lame per il traforo, manuale o elettrico che sia, seguono uno standard di misure unico. Le loro dimensioni quindi, per quanto variabili, sono di circa 125-130 millimetri di lunghezza, 1 millimetro di spessore e circa 3 millimetri di larghezza, ragion per cui possiedono un’elevata compatibilità a prescindere dalla ditta produttrice.

Le uniche differenze sostanziali, tra i vari esemplari in commercio, è data dal numero dei denti, dal tipo estremità di cui sono dotate e, naturalmente, dalla qualità del metallo con cui sono fabbricate. Per quanto riguarda il tipo di dentellatura, questa è indicata da un numero seguito dalla sigla TPI, un acronimo che sta a indicare Tooth Per Inch, ovvero il numero di denti per pollice. Una lama da 10 TPI, quindi, ha una media di 10 denti ogni 25 millimetri circa, e così via.

Più è basso il numero dei denti e più grossolana è la lama, quindi più adatta per il taglio di legno e altri materiali morbidi; le lame più fini, invece, sono caratterizzate da un maggior numero di denti e quindi sono più adatte al taglio dei materiali duri.

Le estremità delle lame possono essere di due tipi, completamente lisce oppure dotate di piccoli perni trasversali; questo particolare è molto importante dal momento che alcuni trafori oscillanti, soprattutto quelli appartenenti alla fascia più economica, sono compatibili soltanto con le lame dalle estremità lisce, mentre quelli di fascia medio-alta possono montare entrambi i tipi di lame. 

Il sistema di serraggio con i piccoli perni alle estremità, inoltre, è tipico soprattutto dei trafori oscillanti destinati all’uso professionale, in quanto questo sistema di serraggio non soltanto è più efficiente, ma rende anche più facile e rapida l’operazione di sostituzione.

 

 

Le varie categorie e le differenze di prezzo

Come abbiamo accennato nel paragrafo relativo alle caratteristiche tecniche, gli esemplari in commercio seguono un design strutturale comune alla quasi totalità dei modelli. Le differenze sostanziali, quindi, risiedono soprattutto nel tipo di motore integrato nella macchina, nell’assemblaggio della stessa e nel livello di prestazioni offerte.

I trafori oscillanti a basso costo, per esempio, sono dotati di motori elettrici brushless, quindi tendono a essere più rumorosi e a consumare di più; il loro costo può variare dai 60 ai 100 euro circa, ma sono destinati esclusivamente all’uso hobbistico occasionale e non intensivo. Pur essendo costruiti con materiali affidabili, infatti, sono caratterizzati da un assemblaggio grossolano, al pari delle finiture, quindi il livello di prestazioni offerto è decisamente basso, soprattutto per quanto riguarda la precisione.

Lo stesso si può dire anche dei trafori oscillanti di fascia media, con la differenza che sono leggermente più curati nei dettagli e, a seconda del modello, possono essere usati anche per piccoli lavori artigianali non troppo impegnativi. Il prezzo medio dei trafori appartenenti a questa fascia, può oscillare dai 100 ai 200 euro circa.

A partire dai 250 euro in su, fino ai 500 e oltre a seconda della ditta produttrice, si trovano invece gli esemplari professionali; questi ultimi sono caratterizzati da un alto livello di precisione, materiali robusti e di prima scelta, assemblaggio eseguito da macchine CNC e di solito sono azionati da motori elettrici a induzione, quindi più efficienti nella resa e nei consumi, nonché meno rumorosi.

I modelli professionali sono utilizzati soprattutto dagli artigiani che producono giocattoli e oggettistica in legno, dai modellisti e dai meccanici di precisione, ma sono molto apprezzati anche dagli hobbisti più esperti ed esigenti, che non badano a spese pur di avere gli strumenti migliori.

 

 

Autocostruzione di un traforo elettrico: è davvero conveniente?

 

Costruire da soli il proprio traforo può essere economicamente vantaggioso ma soltanto a determinate condizioni. Facciamo quindi il punto della situazione.

 

L’autocostruzione degli utensili rappresenta la parte più intrigante e appagante nell’hobby del Fai da Te, sia per le sfide che essa comporta sia per il grado di soddisfazione che si prova quando si riesce nell’impresa. A differenza della costruzione o riparazione di mobili, suppellettili e impianti, o della creazione di oggettistica e altri prodotti artigianali, però, costruire ex novo un elettroutensile è un processo lungo, molto complesso e articolato, che richiede a sua volta l’uso di materiali e strumenti ben precisi.

Per quanto riguarda nello specifico l’autocostruzione di un traforo elettrico, il discorso si fa ancora più complesso in quanto si tratta di una macchina stazionaria che può essere impiegata sia per il taglio del legno sia di altri materiali, come le materie plastiche e il metallo. 

Cerchiamo quindi di capire, in base alle caratteristiche tipiche di un traforo e al tipo di prestazioni che si desidera ottenere dal modello autocostruito, quali materiali bisogna utilizzare, come recuperarli, come procedere per l’esecuzione e l’assemblaggio, e soprattutto se l’operazione di autocostruzione è realmente vantaggiosa e più economica rispetto all’acquisto di uno dei tanti trafori venduti online, già assemblati e pronti all’uso.

 

Il progetto e le componenti principali

Il primo passo da compiere, per costruire il proprio traforo, è disegnare un progetto che sia il più chiaro e preciso possibile; l’elettroutensile che vi state accingendo a costruire, infatti, genera movimento ad altissime velocità e di conseguenza la meccanica deve essere impeccabile, altrimenti correrete il rischio di danneggiare l’apparecchio oppure di farvi seriamente del male.

 

 

Nel progetto bisogna tenere conto delle componenti principali del traforo, che in linea di massima sono le seguenti: il motore elettrico, l’interruttore e l’eventuale regolatore di potenza, il sistema di trasmissione del movimento dal motore alla lama, la testa dove viene fissata appunto la lama e il relativo meccanismo di serraggio, il telaio principale a cui andranno collegate tutte le parti, il piano di lavoro, gli eventuali meccanismi di regolazione per l’inclinazione dello stesso e il basamento su cui dovrà poggiare il telaio con tutti i componenti montati.

Lo schema strutturale della macchina dovrà essere conforme alle vostre esigenze, per esempio se preferite collocare il motore al di sotto del piano di lavoro oppure sulla sommità del telaio. Bisogna anche tenere presente che alcuni schemi strutturali possono rivelarsi obbligatori o meno da seguire a seconda del tipo di trasmissione, a cinghia oppure a ingranaggi, e via dicendo.

 

I materiali da utilizzare

Le componenti più importanti possono essere recuperate da vecchi elettrodomestici, come nel caso del motore elettrico per esempio, oppure da materiali di o altri oggetti di scarto. Per il telaio è sempre bene usare dell’acciaio di buona qualità, soprattutto se il traforo che avete progettato è destinato al taglio di diversi materiali.

Gli elementi della trasmissione: ingranaggi, pulegge, cinghie e quant’altro, allo stesso modo possono essere recuperati da macchinari in disuso e adattati alla bisogna; per quanto riguarda il motore elettrico, in particolare, è bene usarne uno della potenza adeguata al livello di prestazioni che si desidera ottenere. Tanto per fare un esempio, se avete in animo di costruire un traforo capace di tagliare anche il metallo, allora dovrete usare come minimo un motore da 500 Watt di potenza o superiore.

Per quanto riguarda il sistema di serraggio delle lame, nel progetto dovrete tenere conto della sua gamma di compatibilità e quindi scegliere se renderlo idoneo soltanto per le lame da traforo oppure compatibile anche con altri tipi di lame, come quelle per il seghetto alternativo. Anche in questo caso molte delle componenti possono essere cannibalizzate da elettroutensili in disuso, oppure autocostruite ex novo.

 

I pro e i contro

Arrivati a questo punto quindi, come avrete potuto facilmente intuire da quanto illustrato nei paragrafi precedenti, l’autocostruzione di un traforo richiede un certo impegno, molte ore di lavoro e l’uso di vari strumenti. 

Non soltanto di quelli più economici e facili da reperire, come i righelli e i goniometri necessari per la fase progettuale e per annotare le misure esatte dei pezzi da lavorare, ma anche diversi elettroutensili che, a loro volta, sono necessari alla lavorazione dei pezzi e al loro assemblaggio, come il trapano, la saldatrice, il tester per le componenti elettroniche e così via.

 

 

Per gli artigiani e gli operai specializzati che lavorano in grandi imprese o officine, e che magari stanno attrezzando un piccolo laboratorio domestico nel seminterrato o nel sottotetto, l’autocostruzione del traforo potrebbe rivelarsi realmente vantaggiosa in termini economici. Grazie alla natura stessa del loro lavoro, infatti, possono godere di un accesso facilitato agli strumenti necessari, ma soprattutto ai materiali di recupero: vecchi motori, barre di acciaio, vecchie lamiere e via dicendo. 

Inoltre la loro esperienza nel campo li avvantaggia anche per quanto riguarda l’assemblaggio della macchina, il quale incide notevolmente sul livello di rumorosità e di vibrazioni prodotte.

Gli hobbisti invece, soprattutto quelli alle prime armi, partono svantaggiati per quanto riguarda l’esperienza pratica nell’uso dei diversi elettroutensili, in particolar modo la saldatrice, per non parlare poi dell’accesso ai materiali di scarto e recupero. 

Anche rivolgendosi a un rigattiere, infatti, bisognerebbe comunque mettere in conto una spesa minima, la quale tenderebbe ulteriormente a salire nel caso in cui si vogliano usare dei materiali di buona qualità, da acquistare direttamente in ferramenta o dai rivenditori specializzati.

Per la maggior parte degli amanti del Fai da Te, di conseguenza, la scelta di costruirsi da soli il proprio traforo deve essere motivata più da una sfida personale che non da un reale vantaggio economico, visto che un traforo oscillante hobbistico può essere facilmente acquistato a una cifra variabile dagli 80 ai 150 euro circa. 

Quest’ultimo, per giunta, si rivelerebbe più affidabile e adatto alle necessità del caso, grazie ai sistemi tecnologici specifici brevettati dalle diverse ditte produttrici del settore; nella maggior parte dei casi, inoltre, risulterebbe anche più facile da gestire rispetto a un esemplare autocostruito.

 

 

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Il seghetto da traforo, di solito, è uno degli utensili più semplici da approcciare. Infatti una delle sue applicazioni più diffuse è l’uso didattico nelle scuole medie. Di conseguenza è molto probabile che vi sarà capitato di usare questo utensile almeno una volta nella vita, nella sua forma manuale, e di aver esperito che in realtà è abbastanza semplice da usare, almeno in linea di principio.

 

Una delle caratteristiche del traforo, infatti, è quella di dover eseguire dei tagli circolari chiusi su stessi, senza danneggiare o toccare le parti esterne. Per eseguire questo tipo di tagli, quindi, bisogna fare ricorso al trapano manuale a punteruolo, praticare un foro con la punta da 2 o 3 millimetri, smontare un’estremità della lama dall’archetto, farla passare nel foro e poi rimontarla sull’archetto in modo da procedere al taglio della sezione desiderata.

La procedura è meno complicata di quanto appare, ma richiede una certa manualità ed attenzione in modo da non correre il rischio di spezzare la lama. Coloro che non hanno alcuna esperienza previa nell’uso del traforo invece, nemmeno a livello didattico, possono fare affidamento sui numerosi tutorial video presenti in rete, su Youtube o sui siti specializzati come i blog di hobbistica e artigianato per esempio.

Esistono anche delle pubblicazioni specifiche che si possono acquistare, online o in libreria, come il Corso rapido di traforo, relativo all’uso del traforo manuale, e il libro Lavori con il traforo elettrico, specifico per i trafori elettrici appunto.

 

Entrambi i libri però, sono dei manuali introduttivi quindi il tema viene trattato in maniera abbastanza sintetica; le pubblicazioni migliori riguardanti questo argomento, purtroppo, sono molto rare da trovare in italiano, ma se non avete problemi con l’inglese potrete accedere con estrema facilità a un’ampia documentazione.

 

 

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2 COMENTARIOS

maurizio

June 12, 2021 at 2:11 pm

Gentilissimi io mi chiamo Maurizio sul compiuter ci sto lavorando da tanto tempo sto faticando veramente molto a trovare lo schema di montaggio del traforo elettrico valex sv 4000,se qualcuno me lo riesce a procurare e una mia soddisfazione personale,così volevo vedere questo schema come è fatto.Gentilissimi,distinti saluti!!

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Flavio EU

June 13, 2021 at 7:18 pm

Ciao Maurizio,

purtroppo la manualistica degli elettroutensili Valex non include gli esplosi per il montaggio, ma solo gli schemi della macchina montata con la legenda delle diverse parti che la compongono. Per sicurezza ti alleghiamo i link per i manuali del traforo nelle versioni SV4000 e SV4000E, nonché del più recente SV4000EB.

Saluti

Team EU

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