Saldatrice Inverter – Opinioni, Analisi e Guida all’acquisto
Siete in procinto di acquistare un impianto di saldatura dotato di tecnologia inverter IGBT ma non sapete ancora quale modello scegliere? Niente paura, nella nostra guida troverete ulteriori informazioni su questo tipo di attrezzature e sui metodi di saldatura in generale. Troverete inoltre la recensione dei modelli più richiesti tra tutti quelli attualmente in commercio, sia per uso hobbistico sia per uso professionale.
Sono tutti caratterizzati da un ottimo rapporto qualità-prezzo, ma i preferiti dagli acquirenti sono due modelli in particolare: Telwin Tecnica 171/S che si fa apprezzare per le dimensioni compatte e dunque la grande maneggevolezze, nonché per performance di alto livello. In alternativa anche Awelco TIG 200i HF Pulse ci ha convinto, in quanto ha buone caratteristiche, un amperaggio pari a 200A ed è anche molto facile da gestire da chi è principiante, pur essendo un modello professionale.
Tabella comparativa
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Alle dimensioni compatte si abbina una grande versatilità di utilizzo, visto che può essere utilizzata sia per la saldatura a elettrodo sia per la TIG con innesco a striscio.
Considerate che la potenza massima è di 150A, dunque potrebbe non essere sufficientemente performante qualora aveste bisogno di una potenza superiore.
Con la sua potenza, il suo ciclo di servizio e le funzionalità avanzate, questa saldatrice si distingue come un'opzione di alto livello per professionisti e appassionati di saldatura.
La seconda opzione
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Molto più di una saldatrice inverter Bricoman, quella di Awelco è adatta alla saldatura TIG DC e anche per quella a elettrodo. Anche se è professionale, è facile da usare da parte di tutti, anche dai principianti, e arriva corredata da kit e valigetta per il trasporto.
Se siete alla ricerca di una buona offerta saldatrice inverter, questo non sarà il prodotto più conveniente in circolazione, anche se le sue prestazioni lo rendono uno dei più validi.
Un modello che soddisfa tutte le esigenze e che mette a disposizione anche un display LED per regolarne bene le funzioni.
Da considerare
La Deca SIL 417 ha il pregio di costare davvero poco, e per questa ragione è la preferita dai meno esigenti e da coloro che non possono permettersi di spendere grosse cifre per un'attrezzatura da usare soltanto saltuariamente. Nonostante sia economica è versatile e potente.
Anche in questo caso gli accessori in dotazione, che in questo caso sono limitati esclusivamente agli strumenti di saldatura, sono di bassa qualità e gli acquirenti consigliano di sostituirli con altri migliori.
La saldatrice Deca SIL 417 deve il suo successo soprattutto al fatto di essere una delle più economiche in commercio, ma per quanto riguarda le prestazioni è a livello hobbistico.
Le 8 Migliori Saldatrici Inverter – Classifica 2024
Saldatrice inverter Telwin
1. Telwin Tecnica 171/S – Saldatrice Inverter a elettrodo e TIG
La saldatrice inverter a elettrodo MMA e TIG di Telwin è un’ottima soluzione per chi cerca un’apparecchiatura versatile e affidabile per le proprie esigenze. La sua caratteristica principale è la sua capacità di effettuare sia la saldatura a elettrodo sia quella TIG con innesco a striscio, offrendo una vasta gamma di applicazioni.
Una delle prime cose che noterete è la sua leggerezza e compattezza, che la rendono facile da trasportare e posizionare in diversi ambienti di lavoro. Tuttavia, nonostante le sue dimensioni ridotte, è in grado di erogare una potenza massima di 150A, il che la rende idonea a una grande varietà di progetti di saldatura.
Un aspetto notevole è il suo ciclo di servizio del 25% a 150A, il che significa che può essere utilizzata per periodi prolungati senza surriscaldarsi o subire interruzioni frequenti. Questa affidabilità è ulteriormente rafforzata dalla sua capacità di mantenere una corrente di saldatura stabile anche in caso di variazioni nella tensione di alimentazione, garantendo risultati uniformi e di alta qualità.
Le funzioni Hot Start e arc Force aggiungono un ulteriore vantaggio, migliorando l’innesco dell’arco e la qualità del cordone di saldatura. Questo è particolarmente utile quando si lavora con elettrodi di diversi diametri, che vanno da 1,6 a 4 mm, offrendo una flessibilità significativa nella scelta dei materiali e dei progetti di saldatura.
Pro
Versatilità: La saldatrice offre la capacità di effettuare sia la saldatura a elettrodo sia quella TIG, fornendo una vasta gamma di opzioni per diverse applicazioni.
Portabilità: La leggerezza e la compattezza la rendono facilmente trasportabile e adatta per l’uso in diversi ambienti di lavoro, migliorandone la praticità.
Affidabilità: Il ciclo di servizio del 25% a 150A e la stabilità della corrente di saldatura in caso di variazioni nella tensione di alimentazione garantiscono una saldatura continua e di alta qualità.
Contro
Limite di potenza: La potenza massima di 150A, sebbene adeguata per una varietà di progetti, potrebbe non essere sufficiente per applicazioni di saldatura più pesanti o industriali, rendendo necessario l’uso di apparecchiature più adeguate per tali scopi.
Saldatrice inverter professionale
2. Awelco TIG 200i HF Pulse – Saldatrice Inverter 230V
Quella di Awelco è più di una semplice saldatrice a filo inverter, infatti è indicata per i lavori professionali TIG DC e per la saldatura a elettrodo. Anche se si tratta di un modello che possiamo definire professionale, la sua facilità d’uso lo rende ideale per tutti, anche per i principianti.
L’amperaggio arriva a 200V, per cui potrete avere a disposizione tutta la potenza della quale avete bisogno. Ventilata e caratterizzata da un termostato, arriva con la sua valigetta, che ne facilita il trasporto e che contiene il kit composto da maschera, porta elettrodo, spazzola e martello e pinza.
Potrete anche contare su un pannello con display LED e con comandi regolabili. Il prodotto ha suscitato i pareri positivi degli utenti, ma il prezzo più alto potrebbe far virare su una saldatrice inverter usata, anche se la spesa è valida.
Pro
Versatile: Questo modello va bene tanto per la saldatura a elettrodo quanto per quella TIG DC, quindi è un prodotto versatile.
Amperaggio: Abbiamo ben 200A a disposizione, inoltre la saldatrice è ventilata e caratterizzata da un termostato.
Accessori: Potrete contare su un kit composto da maschera, spazzola/materllo, pinza e porta elettrodo, oltre che su una valigetta per il trasporto.
Contro
Costo: Non è la saldatrice dal prezzo più accessibile in commercio, per cui potreste voler optare per qualcosa di meno caro.
Saldatrice inverter Deca
3. Deca SIL 417 170 AMP Saldatrice Inverter
A coloro che fanno del risparmio la loro priorità e cercano dove acquistare un modello a prezzi bassi ma di buona qualità, suggeriamo di dare un’occhiata alla saldatrice inverter Deca SIL 417 dal momento che è il modello più economico tra tutti quelli che abbiamo messo a confronto.
La SIL 417 è una saldatrice a corrente continua progettata per un impiego prevalentemente hobbistico, per eseguire saldature MMA e TIG a elettrodo, con un campo di regolazione variabile dai 10 ai 170 Ampere e una potenza di installazione di 4 kW; è compatta e molto leggera, infatti pesa soltanto 3,6 chilogrammi e misura appena 33,5 x 13,2 x 20,6 millimetri.
Secondo gli acquirenti è un’ottima saldatrice, economica, leggera e potente; le pecche, invece, sono date dalla bassa qualità degli accessori di saldatura, che però possono essere tranquillamente sostituiti con altri migliori, e dal fatto di non essere adatta all’impiego intensivo.
Pro
Economica: Il prezzo contenuto è uno dei suoi punti di forza, e la rende adatta soprattutto per i saldatori alle prime armi e per gli hobbisti che possono contare soltanto su un budget limitato.
Potente: Nonostante sia un modello economico è decisamente potente, e gli acquirenti la ritengono la migliore saldatrice inverter tra tutti i modelli economici appartenenti alla categoria hobbistica.
Versatile: Pur essendo destinata a uso hobbistico non intensivo, la saldatrice Deca è abbastanza versatile e oltre alle saldature MMA permette di eseguire anche quelle TIG, ma sempre con elettrodo.
Contro
Accessori: Come capita per la maggior parte delle saldatrici economiche, il cavo e le pinze per saldare sono di bassa qualità e gli acquirenti consigliano di sostituirli.
Saldatrice inverter TIG
4. TIGMIG TM170PULS HF Saldatrice Inverter
La saldatrice inverter TIG prodotta dalla ditta italiana TIGMIG è un altro modello destinato a impiego hobbistico, ma adatto anche per lavorazioni professionali in piccoli lotti. Non è certo esente da alcuni piccoli difetti, ma nel complesso è un buon impianto con ottime caratteristiche.
I suoi punti di forza sono la possibilità di eseguire saldature in corrente continua con ampiezza e frequenza pulsata, modalità che non tutti gli impianti di saldatura di questa fascia possiedono, l’innesco ad alta frequenza e un pannello comandi semplice, intuitivo e di facile accesso, che permette regolazioni precise anche ai saldatori principianti.
I difetti invece, secondo alcuni acquirenti, sono le istruzioni poco chiare in un inglese stentato e la marcatura CE è più simile a quella del China Export che non a quella della dichiarazione di conformità Europea. Nel complesso però si è rivelato un buon impianto, adatto a soddisfare le esigenze degli hobbisti.
Pro
HF, Hot Start e Arc Force: La funzione HF assicura un innesco dell’arco rapido e preciso nelle saldature TIG, mentre le funzioni Hot Start e Arc Force hanno un ruolo equivalente nel migliorare l’innesco dell’arco nelle saldature MMA.
Corrente pulsata: Un’altra funzione molto apprezzata è la possibilità di eseguire saldature TIG in corrente continua pulsata, regolando la frequenza e l’ampiezza delle pulsazioni.
Facile da regolare: Grazie al display LCD e al pannello comandi semplice e intuitivo, le regolazioni dei parametri di saldatura sono molto facili da eseguire.
Contro
Istruzioni: Il libretto di istruzioni, purtroppo, è tradotto solo in inglese e anche stentato, di conseguenza risulta poco chiaro anche per quelli che conoscono la lingua.
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Saldatrice inverter Stanley
5. Stanley 460100 Saldatrice 230 Volt
La saldatrice inverter Stanley Power 100.1 è un altro modello economico adatto per la saldatura di acciaio, acciaio inox e ghisa per impiego hobbistico e professionale non intensivo.
È progettata per eseguire esclusivamente saldature manuali MMA con elettrodi basici e con rivestimento di rutilio, del diametro compreso tra 1,6 e 2,5 millimetri al massimo; ha un campo di regolazione compreso tra 20 e 90 Ampere e assorbe una potenza massima di 2,5 kW, il che le permette di lavorare tranquillamente anche con gli impianti elettrici domestici.
Come da standard per gli impianti di saldatura appartenenti alla fascia economica, però, gli accessori in dotazione alla Power 100.1 sono di scarsa qualità e gli acquirenti riferiscono che nella maggior parte dei casi la maschera arriva addirittura già rotta, a causa della scarsa resistenza dei materiali con cui è realizzata, vetrino incluso, i quali cedono subito agli urti occasionali durante il trasporto.
Pro
Versatile: La saldatrice Stanley Power 100.1 può essere tranquillamente impiegata per realizzare oggetti in ferro battuto, riparare serrature e altre componenti metalliche e saldare lamiere in acciaio, acciaio inox e ghisa.
Leggera e compatta: Le dimensioni e il peso la rendono anche facile da trasportare, in questo modo può essere usata sia nella propria officina sia direttamente sul posto dove occorre.
2,5 kW: Assorbe una potenza massima di soli 2,5 kW, il che permette di utilizzarla anche con gli impianti elettrici domestici; inoltre la ventola di raffreddamento le consente di prolungare i tempi di lavoro.
Contro
Migliorabili: Gli accessori di scarsa qualità sembrano essere un must per tutte le saldatrici economiche, a prescindere dalla ditta produttrice, e la Stanley non fa eccezione alla regola.
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Saldatrice inverter a filo
6. Telwin 816087 Maxima 200 Synergic Saldatrice Inverter
La Telwin MAXIMA 200 SYNERGIC è il più costoso tra tutti modelli esaminati, ed è destinata soprattutto agli operatori più esigenti, sia a quelli esperti sia ai meno esperti. Si tratta infatti di una saldatrice inverter a filo controllata da un microprocessore e dotata di regolazione sinergica dei parametri di saldatura, che ne facilita l’uso e garantisce il miglior risultato anche ai meno esperti.
Può eseguire saldature MMA, TIG DC-LIFT e Brazing, inoltre è predisposta per le saldature NO GAS e Flux; tramite un kit optional da acquistare separatamente, inoltre, è trasformabile in MIG-MAG.
Gli accessori includono solo gli strumenti di saldatura: il cavo con pinza di massa e la torcia, quindi la maschera va acquistata a parte se ne siete sprovvisti. L’unica limitazione è data dal prezzo abbastanza alto, che però è ben proporzionato alla qualità e alle caratteristiche del prodotto.
Pro
Microprocessore: La MAXIMA 200 è controllata da un microprocessore e permette di eseguire la regolazione sinergica dei parametri di saldatura, in modo da poter essere gestita con maggiore facilità ed ottenere sempre ottime saldature.
Versatile: Può eseguire diversi tipi di saldature, non soltanto con l’alimentazione a filo ma anche con elettrodi; per le saldature MIG-MAG, però, occorre acquistare un ulteriore kit di trasformazione optional.
Sicura: La saldatrice Telwin è anche molto affidabile e sicura, grazie ai numerosi sistemi di protezione contro sovracorrente, sovratensione, sottotensione e surriscaldamento.
Contro
Prezzo: Nonostante il costo sia ben equilibrato alla qualità e alle prestazioni, rimane comunque alto e accessibile soltanto agli hobbisti più esigenti.
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Saldatrice inverter 250 Ampere
7. Stamos Germany S-MMA-250PI.2 Saldatrice Inverter
La S-MMA-250PI.2 è prodotta dalla ditta Stamos Germany e appartiene alla Pro Series, una linea specifica di saldatrici potenti e compatte, adatte sia per il lavoro in officina e in fabbrica sia per gli interventi di manutenzione e riparazione all’aperto.
È una saldatrice inverter 250 ampere, infatti, e grazie al processo di saldatura E-Hand non richiede alcun gas di protezione e può saldare tranquillamente materiali con un spessore variabile da 1,5 fino a 10 millimetri. Lavora con elettrodi dal diametro compreso tra 1,6 e 5 millimetri ed è completa degli strumenti di saldatura ma non della maschera di protezione.
Gli acquirenti la ritengono una buona saldatrice e hanno particolarmente apprezzato la lunghezza dei cavi di saldatura, che è di ben 8 metri, ma visto il prezzo è decisamente spartana e manca perfino della funzione anti-stick, che è di vitale importanza per evitare che l’elettrodo si incolli alla saldatura.
Pro
Economica: La saldatrice Stamos è un modello spartano ed essenziale, ma efficiente ed economico, ideale per chi ha bisogno di un impianto di una certa potenza ma senza avere particolari esigenze.
Regolazione Ampere: La corrente di saldatura può essere regolata entro un range che va dai 20 ai 250 Ampere. Alla massima potenza, però, ha un assorbimento di energia che supera i 9 kW.
Cavi lunghi: Sia il cavo della messa a terra sia quello per la pinza portaelettrodo hanno una lunghezza di 8 metri, l’ideale per lavorare con la massima libertà di azione e movimento.
Contro
No Anti-Stick: Sembra quasi assurdo, ma considerato il prezzo e il tipo di impianto è anche comprensibile: purtroppo è priva della funzione Anti-Stick.
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Saldatrice inverter TIG AC/DC per alluminio
8. Hodoy Saldatrice Inverter TIG 200A
La HODOY è una saldatrice inverter TIG AC/DC per acciaio, acciaio inossidabile, titanio e leghe di rame, quindi può lavorare sia in corrente continua sia in corrente alternata, e a parte la tecnologia inverter IGBT è completa anche dell’innesco in alta frequenza e della funzione di corrente pulsata, molto utile per le saldature TIG.
È il classico impianto di saldatura progettato per applicazioni industriali, come la saldatura di serbatoi a pressioni, cantieri edili e navali, industria petrolchimica, officine meccaniche e automobilistiche e altro ancora. La corrente in uscita è regolabile da 5 ai 200 Ampere in corrente continua e dai 20 ai 200 Ampere in corrente alternata, con un ciclo di lavoro del 60% e parametri analoghi per quanto riguarda la funzione pulsata e la corrente di base.
Le sue prestazioni sono ottime, ma la destinazione d’impiego, la potenza e soprattutto il prezzo consistente, la rendono un prodotto di nicchia destinato ai professionisti e alle imprese.
Pro
Per acciaio e leghe: La saldatrice HODOY è particolarmente adatta per la saldatura dell’acciaio ma può lavorare anche con le relative leghe, con il rame, il titanio, gli acciai inossidabili e tutti i metalli ferrosi.
Per imprese e professionisti: Le sue caratteristiche la rendono adatta soprattutto per imprese come cantieri navali e di costruzione, officine meccaniche e automobilistiche e per l’industria petrolchimica.
Ampia gamma di regolazioni: Il pannello comandi ha ben dieci diversi parametri di regolazione, il che la rende alquanto complessa per un principiante ma estremamente efficiente nelle mani di un professionista.
Contro
Prodotto di nicchia: Le caratteristiche, il prezzo, la maggiore complessità nella regolazione dei parametri e la necessità di usare un generatore per l’alimentazione, la rendono un prodotto di nicchia per l’utenza professionale.
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Guida all’acquisto – Come scegliere le migliori saldatrici inverter?
Capire le proprie esigenze
Per un amante del fai da te, soprattutto se alle prime armi, è normale chiedersi quale saldatrice inverter comprare visti i numerosi modelli disponibili sul mercato. Se non si ha un minimo di conoscenza circa questi impianti e l’uso che si intende farne, il rischio di comprare una saldatrice sovra o sottodimensionata alle proprie esigenze è decisamente elevato. La prima cosa da stabilire, quindi, è il tipo di applicazione per cui si intende usarla, dal momento che questo requisito è fondamentale per capire come scegliere una buona saldatrice inverter.
In questa guida all’acquisto ci concentreremo soprattutto sulle esigenze degli hobbisti, a prescindere se dal punto di vista professionale questi abbiano o meno competenze nel campo, e su quelle degli artigiani che sono alla ricerca di un’attrezzatura da usare a casa, nel tempo libero.
La saldatrice, infatti, è un’apparecchiatura molto utile anche nell’ottica dei piccoli lavori di manutenzione domestica, oltre che per la creazione di manufatti di vario tipo. In questo campo di applicazione sono richiesti soprattutto impianti capaci di saldare laminati e profilati di acciaio e di alluminio, quindi si possono tranquillamente ignorare le saldatrici inverter TIG, molto più costose e complicate da gestire per l’utente domestico medio, e concentrarsi sulle saldatrici inverter MMA, ovvero gli impianti di saldatura manuale a elettrodo.
Le saldatrici inverter a elettrodo
Gli impianti di saldatura ideali per gli hobbisti alle prime armi o con poca esperienza, il cui utilizzo è limitato alla manutenzione periodica di ringhiere e cancellate, per esempio, e alla creazione di piccoli manufatti in alluminio, acciaio o ferro battuto, sono le saldatrici inverter MMA a elettrodo.
L’unico tipo di saldatura che possono eseguire è quella a elettrodo, appunto, ma i modelli in commercio sono tutti progettati in modo da garantire un’ampia compatibilità con i diversi elettrodi in commercio, che abbiano rivestimento basico, di rutilio o di altro genere. Dal momento che sono destinati prevalentemente all’impiego hobbistico, inoltre, hanno un range di corrente in uscita il cui valore massimo raramente supera i 160 Ampere, per i quali è richiesto un assorbimento di potenza non superiore ai 3 kW, equivalenti appunto alla capacità di un impianto elettrico domestico.
Gli impianti di saldatura che appartengono a questo segmento specifico, possono avere un prezzo che va dai 150 ai 250 euro, a seconda del modello scelto, e oltre al basso assorbimento di potenza sono caratterizzate anche da estrema compattezza e leggerezza, dal momento che, grazie al circuito inverter, sono prive del pesante trasformatore tipico delle saldatrici statiche di vecchia generazione.
Ovviamente esistono anche delle saldatrici inverter MMA capaci di raggiungere i 250 Ampere di corrente continua in uscita però, pur rientrando nella stessa fascia di prezzo, si tratta di modelli di tipo professionale destinati agli hobbisti più esigenti ed esperti.
Le saldatrici inverter a elettrodo e a filo continuo
Alla fascia di utenza degli hobbisti esperti appartengono anche artigiani e saldatori di professione, ovviamente, soprattutto coloro che dispongono di uno spazio attrezzato a piccola officina, da adibire sia ai lavori di manutenzione domestica sia ai lavori occasionali per conto terzi. Per questo tipo di utenza sono consigliate le saldatrici inverter che, oltre alle saldature con elettrodo, sono in grado di eseguire anche quelle a filo continuo.
Le differenze tra i vari modelli disponibili sono riconoscibili tramite le sigle identificative che riportano anche quelle relative ai tipi di saldatura. Esistono così le saldatrici inverter MMA/MIG-MAG, MMA/TIG/MIG, MMA/FLUX/TIG e così via, a seconda del tipo di impianto che si vuole scegliere. Il loro vantaggio è dato principalmente da una maggiore versatilità d’impiego e dei tipi di metallo che è possibile saldare, oltre ai canonici ferro, acciaio e alluminio, come il titanio per esempio.
Dal momento che si tratta di impianti più complessi, però, le regolazioni sono altrettanto difficili da eseguire per un operatore alle prime armi, e anche il processo di saldatura richiede una maggiore esperienza e capacità di coordinazione, soprattutto quelli che richiedono l’uso di bacchette di materiale d’apporto.
Inoltre la loro corrente in uscita supera abbondantemente i 160 Ampere, spingendosi fino ai 250 Ampere e oltre, quindi assorbono una potenza in Watt di gran lunga superiore a quella di un impianto elettrico domestico e l’uso di un motogeneratore diventa imprescindibile nella maggior parte dei casi.
Le saldatrici inverter che appartengono a questo segmento di mercato, quindi, sono decisamente più costose e i prezzi possono variare dai 300 ai 700 euro e oltre, a seconda del modello scelto.
Domande frequenti
Cosa significa saldatrice inverter?
La saldatrice inverter non è altro che l’ultima evoluzione tecnologica nel campo delle saldatrici, anche se in circolazione da parecchi decenni ormai. In un’epoca antecedente allo sviluppo dei semiconduttori di potenza le saldatrici a corrente continua utilizzavano un motore, che poteva essere elettrico o termico a seconda del tipo di impianto, il quale azionava una dinamo per la produzione di corrente continua per le saldature, ragion per cui erano definite saldatrici “rotative”.
Dopo lo sviluppo dei semiconduttori di potenza, invece, è stato possibile realizzare i primi impianti di saldatura statici, ovvero privi di parti in movimento, alimentati a corrente alternata e dotati di un trasformatore, o in alcuni casi di un raddrizzatore, per convertire la corrente da alternata a continua.
La saldatrice inverter quindi, è sostanzialmente analoga a una qualsiasi altra saldatrice statica con l’unica differenza che al posto del trasformatore usa un circuito elettronico, chiamato appunto inverter, che trasforma la corrente alternata in corrente continua.
I vantaggi derivanti dall’uso del circuito inverter al posto del classico trasformatore sono rappresentati soprattutto da una maggiore facilità di utilizzo dell’impianto di saldatura. Sia l’innesco dell’arco sia le sue regolazioni, infatti, sono notevolmente facilitate in quanto controllate elettronicamente; anche nelle saldatrici inverter che saldano con elettrodo, nel caso in cui quest’ultimo si attacchi alla saldatura, il circuito elettronico interrompe la corrente dando modo all’operatore di porre subito rimedio.
Essendo prive di trasformatore, inoltre, le saldatrici inverter sono anche molto più compatte, leggere e facili da trasportare rispetto a quelle statiche.
Quanto assorbe una saldatrice inverter?
L’assorbimento di potenza di una saldatrice inverter dipende innanzitutto dalle sue caratteristiche e dal range di amperaggio in uscita. A seconda del modello scelto, il range di corrente in uscita può arrivare a un valore massimo di 120, 160, 200 o 250 Ampere.
Se la problematica da affrontare è quella dell’uso hobbistico dell’impianto di saldatura, e quindi quella di non oltrepassare il limite dei 3 kW dato dai normali impianti elettrici domestici, allora potete risolverla tranquillamente tenendo a mente una semplice nozione: fino a quando l’amperaggio in uscita non supera i 160 Ampere, l’assorbimento di energia non oltrepasserà i 3 kW.
Una saldatrice inverter con una corrente in uscita dai 10 ai 150 Ampere, quindi, non rappresenterà alcun problema per la comune rete domestica, però lo stesso si può dire anche di una saldatrice che ha una corrente in uscita compresa tra 20 e 250 Ampere per esempio, nel caso in cui la corrente in uscita venga regolata esclusivamente a un massimo di 150 Ampere.
Se le saldature da eseguire richiedono una corrente superiore ai 160 Ampere invece, per esempio 180, 200 o anche 250 Ampere, allora la potenza assorbita può spingersi fino ai 4 o 5 kW e oltre, in questo caso bisognerà collegare la saldatrice a un impianto elettrico di maggior potenza oppure a un motogeneratore.
Come utilizzare una saldatrice inverter
Come funziona la saldatrice inverter
Le differenze tra gli impianti tradizionali e le nuove saldatrici realizzate con tecnologia inverter, e l’impatto che queste ultime hanno avuto sul mercato.
Il principio di funzionamento degli impianti di saldatura è lo stesso, a prescindere dal tipo di modello e dalla tecnologia su cui esso si basa. In linea di massima possiamo infatti dire che una saldatrice inverter funziona né più né meno come una normale saldatrice tradizionale.
È ovvio però che esistono delle notevoli differenze tra gli impianti di saldatura tradizionali e quelli di nuova generazione, che sono basati sulla tecnologia inverter, ma queste differenze si concentrano prevalentemente nell’efficienza, nel livello di prestazioni e nella versatilità di impiego dell’attrezzatura. C’è da precisare, inoltre, che questo discorso è riferito in particolar modo alle saldatrici ad alimentazione elettrica, dal momento che la saldatura è un’operazione che può essere eseguita anche con l’uso di un bruciatore a cannello.
Tralasciando quindi la saldatura a stagno, fatta con piccole attrezzature e impiegata quasi esclusivamente nel settore dell’elettronica, la brasatura e la saldatura ossiacetilenica, che necessitano di un cannello e sono usate per lo più nell’idraulica, gli impianti di saldatura che rivestono il maggior interesse e occupano il segmento di mercato più ampio, sono appunto quelli che sfruttano l’arco elettrico.
La saldatura ad arco
L’impianto ad arco consente di saldare molti metalli e leghe diverse, e proprio per questa sua versatilità trova una vasta gamma di applicazioni che vanno dall’ambito industriale e professionale fino a quello artigianale e hobbistico. I primi impianti di saldatura alimentati a corrente cominciarono ad apparire all’inizio del XX secolo, quando vennero creati generatori dalla potenza adeguata a generare un arco voltaico in grado di fondere il ferro.
La saldatura ad arco, inoltre, richiede una corrente continua, mentre nelle reti elettriche gira soltanto corrente alternata; le saldatrici tradizionali, di conseguenza, dovevano per forza integrare un trasformatore, o in alternativa un raddrizzatore di corrente, in modo da poter convertire la corrente alternata in entrata in un flusso di corrente continua in uscita.
La prima cosa che si può facilmente intuire a questo punto, è che le saldatrici tradizionali erano macchine decisamente ingombranti e anche molto pesanti, a causa dei componenti necessari al loro funzionamento; nonostante ciò, grazie appunto alla versatilità d’uso a cui abbiamo accennato prima e alle nuove esigenze dell’industria metallurgica, all’epoca in piena espansione, la loro diffusione sul mercato fu molto rapida.
La tecnologia inverter
Già pochi decenni dopo infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’esigenza di saldare le nuove leghe, come l’alluminio, e di incrementare la qualità delle giunzioni, portarono alla messa a punto di nuove e più complesse tecniche di saldatura ad arco, come la TIG per esempio. Questo nuovo tipo di saldature però, a parte la complessità d’esecuzione, richiedevano una potenza elettrica di gran lunga superiore ragion per cui potevano essere impiegate soltanto in ambito industriale.
Della tecnologia inverter, invece, si è cominciato a parlare per la prima volta nel 1925, quando su una rivista specializzata apparve un articolo che ne illustrava il funzionamento. In linea di massima, i primi inverter non erano altro che dei dispositivi elettronici in un cui un oscillatore controllava un transistor, il quale generava un’onda quadra aprendo e chiudendo un circuito.
Prima che gli impianti di saldatura ad arco compissero il salto di qualità che ha portato all’attuale e ottima saldatrice inverter, però, si dovette attendere altri sessant’anni quasi, perché fu soltanto nel 1983 che vennero finalmente messi a punto e introdotti in commercio i primi transistor bipolari a gate isolato, o IGBT, il cui brevetto era antecedente di tre anni.
La particolarità dell’IGBT, infatti, è quella di poter gestire la conversione di tensioni e correnti ad alta potenza, di conseguenza la tecnologia inverter IGBT applicata alle saldatrici ha permesso di incrementare notevolmente il loro livello di prestazioni e la potenza. Le nuove saldatrici inverter quindi, inclusi i modelli destinati a uso artigianale e hobbistico, oltre alle saldature manuali a elettrodo eseguite con corrente a bassa e media potenza, sono in grado di eseguire anche le saldature TIG ad alta potenza.
L’ulteriore vantaggio offerto dalla saldatrice inverter, rispetto a quella tradizionale, è dato anche dal livello tecnologico dell’hardware. L’inverter IGBT è un componente elettronico estremamente piccolo e leggero, a differenza del trasformatore, e ciò ha permesso di ridurre drasticamente sia l’ingombro sia il peso dell’impianto di saldatura; inoltre è in grado di gestire senza problemi dei carichi di potenza molto più alti. Le saldatrici inverter, di conseguenza, hanno permesso la diffusione capillare di tutte quelle tecniche di saldatura che prima erano relegate soltanto in ambito industriale.
Vari modelli e tipologie
Non tutte le saldatrici inverter attualmente in commercio sono in grado di eseguire tutti tipi di saldatura però; è ovvio che i vari impianti si differenziano in base al prezzo e alla fascia di utenza a cui sono destinati.
Le saldatrici inverter più economiche, infatti, sono destinate prevalentemente a uso hobbistico, quindi si limitano a eseguire saldature a elettrodo manuali MMA, o al massimo MMA, MIG, MAG e WIG. Questo tipo di impianti è caratterizzato da una potenza d’installazione che raramente supera i 3 o 4 kW, quindi possono essere utilizzati anche in ambito domestico; nella fascia economica, inoltre, rientrano anche alcune saldatrici inverter a filo continuo, quindi capaci di eseguire saldature TIG ad alta potenza; si tratta però di modelli di base progettati soprattutto per i saldatori principianti e per gli hobbisti, in modo da poter iniziare a far pratica con questa complessa tecnica di saldatura senza essere costretti a spendere una cifra eccessiva per l’attrezzatura.
I modelli appartenenti alla fascia di prezzo medio-alta, invece, sono in grado di saldare sia a elettrodo sia a filo continuo, di conseguenza richiedono una maggiore potenza di installazione, che può raggiungere anche i 6 kW e oltre, nonché una maggiore abilità ed esperienza da parte dell’operatore. Sono inoltre caratterizzati da ulteriori tecnologie oltre a quella inverter IGBT, come l’innesco dell’arco ad alta frequenza per esempio, oppure la possibilità di eseguire saldature anche con la corrente pulsata.
Pur offrendo una resa più elevata rispetto ai modelli economici, sia in termini di efficienza e potenza sia di versatilità d’impiego, le saldatrici inverter appartenenti alla fascia medio-alta sono condizionate da una maggiore complessità d’uso, quindi sono destinate prevalentemente ai saldatori che hanno maturato una certa esperienza e abilità.
Come saldare con la saldatrice inverter
Piccola guida per operatori e appassionati sulle diverse metodologie di lavoro dei moderni impianti di saldatura realizzati con la tecnologia inverter IGBT.
La tecnologia di saldatura ha compiuto costanti progressi nel corso degli anni, e in special modo durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando l’industria bellica americana era alla ricerca di un metodo che permettesse di la costruzione di aerei dalla cellula più leggera e resistente.
Non sempre le nuove metodologie di saldatura potevano essere applicate, però, e prima di arrivare al punto attuale è stato necessario aspettare che anche altre branche di sviluppo tecnologico giungessero a un livello adeguato a consentire la loro applicazione; come nel caso della tecnologia Inverter, introdotta soltanto a partire dagli anni ’80.
I modelli inverter
L’inverter non è altro che un apparato elettronico di ingresso e uscita, in grado di convertire la corrente da alternata a continua e viceversa, a seconda del tipo di dispositivo sul quale viene montato, il tutto grazie a uno speciale transistor bipolare a gate isolato, noto con l’acronimo IGBT, che permette di commutare alte tensioni e alte correnti.
Dal momento che le saldature richiedono la corrente continua, ma che le reti di alimentazione erogano soltanto corrente alternata, i primi impianti di saldatura dovevano necessariamente integrare un trasformatore di corrente nella loro struttura.
Le vecchie saldatrici, di conseguenza, erano molto più ingombranti e pesanti, e ponevano un serio problema soprattutto quando dovevano essere trasportate. Le nuove inverter, invece, al posto del trasformatore usano appunto l’omonimo apparato elettronico, che è di gran lunga più piccolo e leggero.
La saldatrice inverter, di conseguenza, offre il pregio di essere più compatta e leggera rispetto a quella tradizionale, ed è molto più maneggevole da usare, pratica e anche facile da trasportare; inoltre, a parte le caratteristiche strutturali migliorate, questo tipo di saldatrice ha anche il vantaggio di possedere un’elevata versatilità d’impiego, in quanto è capace di eseguire ogni tipo di saldatura ad arco, da quelle tradizionali a elettrodo fino a quelle a filo continuo con o senza gas e con o senza materiale di apporto.
Elettrodo
Il metodo a elettrodo è uno dei più usati, in quanto è particolarmente adatto per saldare spessori di pochi millimetri. La saldatura a elettrodo va fatta collegando il cavo con la pinza di massa a una parte del pezzo da saldare e, successivamente, accostando l’elettrodo per chiudere il circuito e innescare l’arco. Questo metodo è utilizzato per la realizzazione di manufatti in ferro battuto, scocche di elettrodomestici o altri dispositivi, costruzione di parti meccaniche e via dicendo, nonché negli interventi di manutenzione, riparazione o ristrutturazione, ragion per cui è molto diffuso sia in ambito professionale sia a livello hobbistico.
Variando il tipo di elettrodi è possibile saldare diversi tipi di leghe metalliche, dal rame all’alluminio, gli acciai e la ghisa; la limitazione, però, è data sempre dallo spessore massimo dei pezzi da saldare, che è limitato a pochi millimetri. Il lato positivo, invece, sta nella facilità di esecuzione; le saldature a elettrodo, infatti, non richiedono particolari abilità e quindi possono essere eseguite anche da operatori non professionisti.
A filo continuo
Il discorso cambia notevolmente quando si parla del metodo di saldatura a filo continuo noto anche come TIG, per differenziarlo dalle saldature MIG e MAG che, pur basandosi sullo stesso principio, possono essere realizzate anche mediante elettrodo. L’acronimo TIG sta a significare Tungsten Inert Gas, e indica appunto un tipo di saldatura con filo rivestito in tungsteno e apporto di gas di protezione.
Questo metodo richiede temperature più elevate e quindi è in grado di saldare pezzi di metallo dallo spessore più elevato, la saldatura a filo è anche più robusta rispetto a quella a elettrodo, ma è molto più complessa e difficile da eseguire. Il bagno di saldatura, infatti, deve essere protetto da una camicia di gas, in modo da impedire all’ossigeno e alle eventuali scorie di entrarvi a contatto e contaminare il metallo fuso; la solidità e l’integrità della saldatura, infatti, dipendono dall’assoluta mancanza di intrusioni o ossidazioni all’interno o sulla superficie del cordone.
Al posto dell’elettrodo, poi, viene usato un filo che può essere rivestito o meno di diversi materiali, a seconda delle leghe da saldare; il filo viene estruso in maniera continua attraverso la torcia, e bisogna coordinare in maniera rapida e veloce i movimenti con l’altra mano, che deve avvicinare i tubi o l’emettitore del gas inerte da versare sul bagno di saldatura.
Anche le saldature senza gas sono del tutto analoghe a quelle con gas, solo che vengono definite in tal modo perché quest’ultimo, invece di essere apportato dall’esterno, viene prodotto direttamente dall’arco nell’esatto momento in cui va a bruciare il rivestimento dell’elettrodo; il gas liberato dalla combustione va poi a saturare l’area del bagno di saldatura proteggendolo da scorie e ossidi.
Le saldature MIG, MAG e WIG, per esempio, sfruttano proprio questo principio in quanto impiegano elettrodi rivestiti di tungsteno o wolframio, al posto di quelli con rivestimento basico o rutilico utilizzati nelle saldature a elettrodo di tipo tradizionale.
Valutazioni di natura economica
Le saldatrici inverter a filo continuo, ovviamente, sono più costose rispetto a quelle a elettrodo, richiedono una maggiore destrezza, abilità ed esperienza per garantire la resa migliore, e anche una maggiore potenza di installazione dal momento che la saldatura a filo richiede un amperaggio superiore rispetto alle saldature a elettrodo.
Per questi motivi le saldatrici a filo continuo, pur essendo prodotte anche per la fascia di utenza hobbistica, sono ancora poco diffuse in questo specifico segmento di mercato.
Le saldatrici inverter attualmente in commercio, però, si differenziano non soltanto per il prezzo e la destinazione d’uso, ma anche per le tipologie di saldatura che possono eseguire; i modelli base permettono soltanto le saldature manuali a elettrodo MMA, poi ci sono alcuni modelli capaci di saldare sia con gli elettrodi tradizionali MMA basici e rutilici, sia con quelli al tungsteno e wolframio per le saldature a elettrodo MIG-MAG-WIG.
La migliore saldatrice inverter, invece, rimane quella professionale perché è in grado di coprire l’intera gamma dei metodi di saldatura ad arco possibili, sia quelli a elettrodo sia a filo continuo e relative varianti; questo tipo di saldatrici, però, sono caratterizzate da un prezzo abbastanza elevato e sono destinate esclusivamente ai saldatori professionisti.
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Il principio di funzionamento di una saldatrice inverter è esattamente identico a quello di un impianto di saldatura statico: la saldatrice riceve corrente alternata dalla rete e, tramite il circuito elettronico inverter la trasforma prima in corrente continua e poi ne regola la tensione secondo i parametri impostati per la saldatura da eseguire.
A questo punto si adoperano il cavo con la pinza di massa e la torcia, oppure la pinza con l’elettrodo a seconda del tipo di impianto, accostandoli ai pezzi da saldare in modo da chiudere il circuito elettrico e innescare l’arco. L’innesco ad alta frequenza e la regolazione elettronica dei parametri di saldatura, tipiche di un impianto inverter, risultano di gran lunga più semplici da eseguire e anche molto più precise.
I parametri andranno ovviamente regolati in base al tipo di saldatura da eseguire e al metodo usato, e cioè elettrodo oppure filo continuo; un ulteriore vantaggio dato dal circuito inverter è quello di poter integrare ulteriori sistemi digitali per la protezione dell’impianto di saldatura nonché del suo operatore, e di un particolare sistema definito Anti-Stick, che consente al circuito inverter di interrompere la corrente nell’esatto momento in cui, durante una saldatura a elettrodo, quest’ultimo finisca per incollarsi al cordone.
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12 COMENTARIOS
November 11, 2020 at 5:38 pm
salve, vorrei sapere come influisce, nella saldatura, l’intervallo di corrente max/min; ad es. che differenza c’è fra una saldatrice con Imax 90 A ed una con Imax 160 A? immagino che una corrente massima più alta induce un arco elettrico che trasmette più energia, e quindi penso che incida sul tempo di esecuzione della saldatura (avendo maggiore potenza), sullo spessore del materiale base e sulla possibilità di utilizzare elettrodi di maggiore diametro. è corretta questa interpretazione?
grazie per il chiarimento e cordiali saluti
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November 12, 2020 at 5:28 pm
Salve Tonio,
in linea di massima la tua interpretazione è corretta; la differenza di ampere in uscita incide soprattutto sul grado di penetrazione, e di conseguenza sullo spessore delle lamiere e sulle diverse tipologie di metalli che si possono saldare, e sullo spessore massimo degli elettrodi. Stesso discorso vale per l’intensità dell’arco. Solo il tempo di esecuzione rimane variabile a seconda delle circostanze, in quanto per una saldatura che richiede una penetrazione profonda ci vorrà comunque più tempo rispetto a quello adoperato per saldare una lamiera di pochi millimetri di spessore.
Saluti
Team EU
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November 1, 2020 at 3:07 pm
so che esistono elettrodi per alluminio, come si devono usare con una saldatrice inverter ? grazie
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November 2, 2020 at 9:24 pm
Salve Fabio,
il problema non sono gli elettrodi ma l’impianto; per saldare l’alluminio occorre una saldatrice inverter TIG che abbia la funzione di saldare anche in corrente alternata, che è quella che serve per l’alluminio. Un esempio è la TIGMIG TM200, ma in commercio esistono anche modelli prodotti da altre ditte, il cui prezzo oscilla dai 300 ai 900 euro circa a seconda del caso.
Saluti
Team EU
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November 4, 2020 at 2:52 pm
ancora un chiarimento, se per elettrodo per alluminio serve la corrente alternata, non potrebbe andare la saldatrice tradizionale a trasformatore, onda sinusoidale a 50 Hz, oppure necessita di una forma di onda diversa ( quadra ecc.) ad una frequenza diversa ? Grazie della cortese risposta
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November 6, 2020 at 8:13 pm
non è solo una questione di corrente alternata purtroppo, per saldare l’alluminio occorre uno specifico processo di saldatura identificato dalla sigla TIG, che sta per Tungsten Inert Gas.
Si tratta cioè di un processo di saldatura con elettrodo di tungsteno dove il bagno è protetto da una camicia di gas inerte; il processo è stato messo a punto durante la Seconda Guerra Mondiale per permettere di alleggerire le cellule degli aerei da combattimento, che erano realizzate appunto in lega di alluminio. Le saldature TIG, quindi, non solo richiedono la corrente alternata ma anche degli specifici elettrodi in tungsteno che non possono essere tenuti con una normale pinza ma da una torcia speciale (la torcia TIG appunto) che, contemporaneamente all’estrusione dell’elettrodo, durante la saldatura fa affluire il gas inerte sul bagno di fusione. Di conseguenza l’uso delle saldatrici tradizionali per il metodo TIG è da escludere.
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November 8, 2020 at 5:18 pm
io parlavo di elettrodi rivestiti per alluminio che si posizionano nella pinza tradizionale. Probabilmente è una saldatura molto brutta, ma esiste
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March 9, 2021 at 10:42 pm
Di quei elettrodi,ne ho usati molti in passato nel lontano 1985 per riparare manufatti di alluminio che per ritiro di fusione anomalo di scatole di cambio di camioncini 4×4 perdevano olio.Dato che le stesse erano già state lavorate alle macchine utensili ed era un costo rottamarle.Gli eletrrodi erano da 3.25 la saldatrice a corrente continua in quanto il rivestimento basico non è gestibile con la corrente alternata.Questi elettrodi non possono essere usati per saldare alluminio laminato o estruso o addirittura anodizzato,in cui non fanno una grande tenuta anzi per niente si usano come ho già detto per riparazioni di pezzi in alluminio fatti da fusione.
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March 11, 2021 at 7:54 pm
Gianni,
grazie per il tuo intervento che arricchisce questa pagina!
Saluti
Team EU
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November 12, 2020 at 5:26 pm
Esiste in effetti, ma non è questione di bruttezza o bellezza, nessun saldatore che si rispetti userebbe il metodo che hai descritto, che si tratti di un professionista o di un amatore, perché la pinza tradizionale non è in grado di applicare il gas inerte che serve a proteggere il bagno di fusione dall’intrusione di scorie. Di conseguenza le saldature TIG fatte in quel modo, oltre ad apparire esteticamente brutte come dici tu, si deteriorano in fretta e i giunti si staccano dopo breve tempo.
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October 10, 2020 at 7:38 am
salve appena comprato una telwin force 165 e possibile saldare con inversione di polarità grazie
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October 12, 2020 at 9:23 pm
Salve Nunzio,
pvviamente dipende dal tipo di elettrodi che utilizzi per la saldatura; per gli elettrodi rutilici, infatti, si usa la polarità normale, quindi il negativo sulla massa e il positivo sull’elettrodo, con gli elettrodi basici e cellulosici, invece, si può saldare tranquillamente a polarità inversa.
Saluti
Team EU
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