A cosa serve la pialla filo e spessore

Ultimo aggiornamento: 26.07.24

 

Parliamo di una delle attrezzature fondamentali per la lavorazione del legno; cerchiamo di capire perché gode di questa considerazione e a cosa serve.

 

Tra le varie attrezzature utilizzate per la lavorazione del legno, sia in ambito professionale sia amatoriale, la pialla è forse la più importante. Questo utensile da taglio, infatti, ha lo scopo primario di rifinire i pezzi di legno in modo da rettificare gli angoli di tavole, assi e listelli, e conferire loro una superficie liscia e regolare.

In origine era uno strumento manuale la cui forma e dimensione variava a seconda della mole e del tipo di lavoro da realizzare. L’unico paese al mondo dove la piallatura manuale è ancora un’arte molto diffusa e praticata, però, è il Giappone, che vanta lunghe e complesse tradizioni di falegnameria e carpenteria, e dove gli artigiani sono dei veri e propri maestri in grado di realizzare qualsiasi forma con un semplice pialletto manuale, e con un livello di precisione che ha del miracolo.

Nel resto del mondo, ormai, le pialle manuali sono usate soltanto da pochi appassionati; nei laboratori di falegnameria e carpenteria, infatti, i modelli a motore hanno sostituito quasi del tutto quelle manuali. Tra le varie tipologie esistenti di pialle a motore, una delle più importanti e diffuse è quella a filo e spessore; si tratta di una macchina che nell’ambiente viene spesso definita “combinata”, una semplificazione che rende perfettamente l’idea della sua caratteristica principale.

Questa attrezzatura, infatti, combina in sé le funzionalità di una pialla a filo con quelle di una a spessore; i modelli più costosi poi, destinati all’impiego intensivo nei grandi laboratori di falegnameria, tendono a essere ancor più complessi e integrare in sé ulteriori funzioni, come quella di sega circolare, di fresatrice verticale e di cavatrice.

 

Le applicazioni principali e il metodo di lavoro

La pialla filo e spessore serve soprattutto a spianare le superfici di tavole, assi, listelli e altre tipologie di pezzi in legno massello, e per la rettifica delle coste sui pezzi di legno multistrato lamellare. La lavorazione viene eseguita in due fasi, usando le due funzionalità combinate della macchina.

Questa è composta da un piano da lavoro superiore, diviso in due sezioni indipendenti l’una dall’altra e separate dalla finestra dalla quale sporgono i coltelli, e da un piano da lavoro più piccolo, definito appunto pianetto, collocato nella parte inferiore della macchina al di sotto dell’albero porta-coltelli. Nella parte superiore avviene la piallatura a filo, mentre in quella inferiore si esegue quella a spessore.

Quella a filo rappresenta la prima parte del procedimento di piallatura e deve essere eseguita su due lati del pezzo di legno. I due lati devono essere contigui, quindi una faccia e una costa, in modo da produrre un primo angolo retto che servirà da riferimento nella fase successiva della lavorazione; prima di procedere, però, bisogna regolare l’altezza dei piani di lavoro.

Il piano di uscita deve essere regolato in modo da trovarsi alla stessa altezza raggiunta dai coltelli quando questi si trovano all’apice della loro rotazione, mentre il piano di entrata deve conseguentemente trovarsi più in basso rispetto all’altezza del piano di uscita; lo scarto può variare dai due ai tre millimetri a seconda del caso, in quanto determina la quantità di legno che verrà asportata dai coltelli.

Una volta che il piano di uscita e quello di entrata sono stati regolati si procede a fare lo stesso con la riga, ovvero la battuta laterale che svolge il doppio ruolo di guida di scorrimento e superficie di appoggio; per garantire la perfetta linearità del lato piallato, infatti, non appena il pezzo di legno viene spinto sui coltelli e raggiunge il piano di uscita, bisogna esercitare pressione contro quest’ultimo in modo da farlo aderire perfettamente.

Quando si lavora sulla faccia, quindi, la pressione va esercitata solo verso il piano di uscita. Una volta piallata la faccia, poi, si procede a lavorare la costa appoggiando la faccia piallata sulla riga, ed esercitando poi la pressione sia verso quest’ultima sia verso il piano di uscita; in questo modo si otterrà un perfetto angolo di 90° tra i due lati contigui.

A questo punto si potrà passare alla piallatura a spessore degli altri lati, appoggiando il pezzo sul pianetto inferiore dopo aver regolato l’altezza. Il pezzo dovrà essere appoggiato dal lato già piallato, in modo da garantire che il lato su cui agire risulti parallelo e con uno spessore continuo per tutta la sua lunghezza. La faccia e la costa opposte, quindi, una volta piallate a spessore, renderanno il pezzo perfettamente squadrato e pronto le successive fasi di lavorazione, o di finitura.

 

Scegliere la macchina giusta per le proprie esigenze

Le pialle a motore non sono adoperate soltanto a livello industriale e professionale, ma sono largamente diffuse anche in ambito hobbistico e amatoriale. Questa fascia di utenza, anzi, rappresenta il segmento più ampio di mercato.

Per quanto riguarda in particolare la combinata a filo e spessore, infatti, in commercio si possono trovare un’ampia gamma di modelli in una fascia di prezzo che va dai 250 ai 1.000 euro circa, che sono progettati apposta per i piccoli artigiani e per i semplici appassionati di fai da te.

Ovviamente esistono delle differenze tra le attrezzature destinate all’uso professionale e quelle per l’uso hobbistico, e non soltanto in termini di prezzo. Se siete intenzionati ad acquistare una di queste macchine, quindi, per individuare la migliore pialla filo e spessore per le vostre esigenze specifiche, dovrete valutare innanzitutto il livello di precisione che questa è in grado di assicurare.

Se la pialla manuale serve ad appianare le superfici del legno e renderle regolari, infatti, lo scopo principale della variante motorizzata a filo e spessore è quella di squadrare i pezzi di legno con un livello di precisione pressoché impossibile da raggiungere manualmente.

La precisione della macchina, quindi, diventa il principale parametro di valutazione del suo rendimento; di conseguenza il modello scelto, oltre a essere costruito con materiali di fabbricazione di buona qualità, deve essere assemblato perfettamente e in modo da non lasciare “giochi” tra le varie componenti, soprattutto quelle destinate alla regolazione dei piani di lavoro.

 

 

 

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