5 regole fondamentali per eseguire correttamente le saldature TIG

Ultimo aggiornamento: 27.07.24

 

Questo metodo è diventato uno dei più diffusi e produttivi, ma è anche quello più complesso perché va eseguito secondo regole ben precise.

 

Il metodo di saldatura TIG è stato messo a punto durante la Seconda Guerra Mondiale per scopi militari, e attualmente è uno dei procedimenti più utilizzati. La saldatura ad arco con elettrodo infusibile di tungsteno sotto protezione di gas inerte, comunemente nota con la sigla TIG (Tungsten Inert Gas) è un procedimento più complesso rispetto alla normale saldatura manuale a elettrodo rivestito MMA, e richiede una buona esperienza e coordinazione per garantire risultati soddisfacenti. 

Il pregio di questo particolare procedimento, però, è quello di fornire giunti di alta qualità con un elevato grado di tenuta; la saldatura TIG, inoltre, è caratterizzata anche da una elevata produttività e dalla possibilità di essere usata su diversi tipi di leghe metalliche, incluse quelle di alluminio, magnesio e titanio.

Queste caratteristiche hanno fatto sì che la metodologia TIG si diffondesse con estrema rapidità a tutti i livelli, soprattutto in ambito hobbistico e artigianale, a dispetto della sua difficoltà di esecuzione. Tra le diverse versioni disponibili in commercio, infatti, la saldatrice TIG più venduta risulta proprio quella di potenza medio-bassa, e questo basta a dare un’idea generale di quanto si sia ampliata la fascia di utenza hobbistica e artigianale che fa uso di questo particolare tipo di impianto.

 

Le condizioni e la pulizia dell’ambiente di lavoro

Tornando al discorso sulla complessità del metodo, questa scaturisce dalle particolari condizioni richieste per la sua corretta esecuzione; per garantire giunti di alta qualità e tenuta, infatti, il bagno di saldatura deve innanzitutto essere isolato dall’atmosfera circostante al fine di impedire le contaminazioni da scorie e le ossidazioni dovute al contatto con l’ossigeno.

L’ambiente di lavoro dove vengono eseguite le saldature TIG, di conseguenza, deve essere mantenuto ben pulito, e lo stesso vale per l’equipaggiamento dell’operatore, soprattutto i guanti e il casco di protezione vista la loro vicinanza al bagno di saldatura.

Nei limiti del possibile, inoltre, è bene schermare l’area di saldatura dalle correnti d’aria, che potrebbero facilmente soffiare via il gas inerte destinato a proteggere il bagno, con il rischio di contaminare il metallo fuso e compromettere in maniera irrimediabile la qualità della saldatura.

 

La scelta del gas più adatto

Per proteggere il bagno di saldatura viene impiegato gas inerte per creare una sorta di “camicia” sul punto dove si crea l’arco; il tipo di gas da utilizzare varia in funzione della temperatura, e di conseguenza del tipo di lega e dello spessore da saldare. I gas inerti usati per le saldature TIG sono l’argon, l’elio e le miscele di argon-elio e argon-idrogeno, che a parte le caratteristiche specifiche possedute si differenziano anche per il costo.

Il gas argon, per esempio, è più economico ed è indicato soprattutto per la saldatura di spessori sottili, ragion per cui è usato specialmente in ambito hobbistico; l’elio è più costoso invece, ed essendo più leggero dell’aria richiede l’uso in dosi maggiori, ma dal momento che favorisce un arco dalla temperatura superiore rispetto a quello generato nell’argon, è caratterizzato da una produttività e da un’efficienza superiori.

 

Il corretto uso del gas

Una volta scelto il gas, bisogna assicurarsi di usarlo in maniera corretta. Anche se le nuove torce TIG sono dotate di un bocchello specifico per l’erogazione automatica durante la saldatura, infatti, bisogna comunque prendere i dovuti accorgimenti del caso, a cominciare proprio dalla misura del bocchello.

Questa deve corrispondere sempre al diametro dell’elettrodo, altrimenti la camicia di protezione finirebbe col presentare “falle” e vanificare il suo scopo primario; nel caso in cui si debba sostituire l’elettrodo con uno di misura differente, di conseguenza andrà cambiato anche il bocchello.

La pressione di uscita del gas deve essere regolata adeguatamente; esistono impianti di saldatura TIG dotati dell’apposito riduttore di pressione che permette di regolare il flusso del gas direttamente dall’impianto, permettendo così l’utilizzo bombole prive di circuito di pressione.

L’alternativa, invece, consiste nell’acquistare un circuito di pressione specifico da applicare alla bombola, in modo da poterla usare tranquillamente con gli impianti di saldatura privi di riduttore. A parte quest’ultimo componente, il circuito di pressione deve possedere anche un manometro e un’elettrovalvola, che una volta collegata alla torcia permetterà di aprire e chiudere il flusso del gas direttamente dalla stessa e secondo le esigenze dell’operatore.

 

L’importanza di “mantenere le giuste distanze”

Sembra quasi una battuta, ma un altro aspetto molto importante a cui fare attenzione per garantire la perfetta riuscita di una saldatura TIG, è la giusta distanza da mantenere tra l’arco e il pezzo da saldare.

I motivi sono due, il primo è relativo alla temperatura: eventuali variazioni nella distanza dell’arco infatti, anche minime, generano variazioni nella temperatura del bagno che si traducono in un cordone non omogeneo. Il secondo è relativo alle conseguenze di un eventuale contatto dell’elettrodo con il pezzo da saldare, con conseguente “incollatura” o rilascio di scorie nel bagno di saldatura che vanno a compromettere la qualità e la tenuta del giunto.

Ecco perché il processo di saldatura TIG è più complesso e richiede una manualità e un’esperienza non indifferenti per garantire i migliori risultati, soprattutto nei casi in cui è richiesto l’utilizzo delle bacchette di apporto.

La coordinazione nel movimento

Per eseguire una buona saldatura TIG, quindi, bisogna sviluppare una buona coordinazione di movimento. Questa è richiesta soprattutto quando si devono saldare spessori superiori ai tre millimetri perché in questi casi è richiesto l’uso delle bacchette di apporto, come accennato in precedenza.

In questo caso, infatti, l’operatore è costretto a usare entrambe le mani, una per adoperare la torcia e l’altra per avvicinare la bacchetta all’arco di saldatura; se a questo si aggiunge l’esigenza di dover mantenere sempre costante sia la distanza dell’arco sia il movimento di avanzamento lungo la linea di giunzione, potrete facilmente immaginare il grado di perizia richiesto per ottenere delle saldature perfette.

Queste “regole” non devono affatto scoraggiare i saldatori alle prime armi, ovviamente, al contrario vogliono essere da stimolo nel fare pratica, eseguendo quante più saldature di “allenamento” possibili prima di affrontare lavori più impegnativi.

 

 

 

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