Come forare il vetro con il trapano e altri strumenti

Ultimo aggiornamento: 26.07.24

 

Esistono diversi strumenti atti a forare il vetro, ma vanno adoperati tutti con cautela e attenzione; vediamo tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

 

La necessità di forare il vetro può nascere da diverse esigenze, e altrettanto diverse sono le tipologie di vetro che è possibile bucare, sia per quanto riguarda lo spessore delle lastre sia per la loro destinazione d’uso. Per capire come fare un buco nel vetro senza correre il rischio di romperlo, quindi, bisogna innanzitutto considerare le caratteristiche del materiale da bucare. Questo può essere la lastra di una finestra, il vetro di una cabina doccia, quello di uno specchio oppure uno curvo, per esempio una bottiglia; inoltre può trattarsi di vetro normale, temperato, sabbiato o acidato.

Conoscere la tipologia è molto importante perché alcuni tipi non possono assolutamente essere forati se non in fase di produzione; un classico esempio è il vetro temperato, che dopo aver subito il processo di tempra non può essere sottoposto più a ulteriori lavorazioni.

Durante la sua produzione, infatti, gli strati esterni vengono sottoposti appunto a tempra, in modo da irrigidirsi e contrarsi incrementando così la loro durezza; nel farlo, però, vanno a comprimere gli strati interni non temprati, incrementando anche la resistenza strutturale e la solidità del vetro. Se si dovesse praticare un foro su questo tipo di vetro, quindi, non appena lo strato esterno venisse intaccato fino ad arrivare a quelli interni, la pressione accumulata in questi ultimi sarebbe rilasciata di colpo, causando così una frattura esplosiva della lastra.

Un’altra tipologia che non può essere forata è il vetrocamera, in questo caso non per ragioni di rottura ma a causa del gas contenuto al suo interno, che sfuggirebbe dal foro e comprometterebbe le prestazioni di tenuta termica.

Detto questo però, con la maggior parte delle altre tipologie esistenti è possibile bucare il vetro, e la cosa può essere fatta in diversi modi e con l’ausilio di strumenti differenti; alcuni di questi sono usati soltanto in ambito professionale e industriale, come il laser per esempio, mentre i trapani e il diamante sono adoperabili anche nel fai da te e a livello domestico.

Come forare il vetro con il trapano

Uno dei rischi più frequenti che si corrono quando ci si appresta a bucare un vetro è quello di romperlo, specialmente quando il lavoro deve essere eseguito su una lastra di spessore sottile, indipendentemente dal metodo adoperato. Bisogna adottare una serie di precauzioni per evitare che si rompa, soprattutto nel caso in cui si utilizzi il trapano; la prima cosa da fare, inoltre, è quella di appoggiare la lastra su una superficie piana, possibilmente interponendo un sottile strato di gomma, o caucciù, tra la superficie e la lastra.

Il trapano si usa soprattutto quando bisogna fare buchi in lastre di vetro molto spesse, ed è preferibile usare un modello a colonna dotato di un variatore di velocità inverter che permetta di regolare l’utensile su velocità molto basse; inoltre bisogna assolutamente disattivare la funzione di percussione, se è presente, e bisogna adoperare esclusivamente le tipologie di punta trapano per vetro.

Prima di spingere la punta contro la lastra è bene spruzzare quest’ultima con acqua, oppure con olio, in modo da ridurre l’attrito e facilitare la penetrazione della punta; la pressione esercitata da quest’ultima sulla lastra non deve essere costante, ma va allentata spesso per evitare di sottoporre il vetro a uno stress eccessivo.

Per quanto riguarda le punte per vetro, invece, per evitare il rischio di rompere la lastra queste devono essere affilate alla perfezione prima di essere adoperate, e per farlo è consigliabile usare un affilapunte per trapano. Il tipo di punta per vetro da usare, inoltre, varia in base alle dimensioni del foro; se bisogna eseguire fori di diametro non superiore a un centimetro è consigliabile usare punte di diverse misure in successione, a partire dalla più piccola fino alla più grande, in modo da praticare il foro in sicurezza e poi allargarlo gradualmente. Per fori di diametro maggiore, invece, è consigliabile usare una punta a tazza oppure un tagliavetro circolare.

Come bucare il vetro con il diamante

Il metodo più semplice e sicuro per praticare un foro in una lastra, invece, è quello di adoperare un tagliavetro circolare a ventosa. In questo caso basta semplicemente pulire il vetro, segnare con un pennarello il centro esatto del foro e poi applicarci sopra la ventosa dell’apparecchio. A questo punto si potrà tagliare la lastra incidendo il bordo del foro con la rotellina diamantata.

Questo metodo è utile soprattutto quando bisogna praticare i fori per l’installazione di aeratori girevoli; i vantaggi posti dall’utilizzo del tagliavetro sono la facilità di esecuzione e la possibilità di essere usati anche sulle lastre disposte in verticale, senza doverle per forza appoggiare su una superficie piana. Lo svantaggio, invece, consiste nel fatto che il tagliavetro è efficace soltanto sulle lastre di spessore ridotto.

 

Come bucare una bottiglia di vetro

Se la superficie da bucare è curva, come quella di una bottiglia o di un contenitore qualsiasi, conviene riempire quest’ultimo di sabbia in modo che possa assorbire le vibrazioni; l’oggetto, inoltre, dovrà essere mantenuto ben fermo con una morsa da banco, oppure mediante dei morsetti agganciati a una superficie stabile.

In questo caso bisogna necessariamente usare il trapano con variatore di velocità e l’area da bucare deve essere costantemente bagnata con acqua durante la foratura; per i diametri più grandi, ovviamente, è consigliabile adoperare una punta a tazza diamantata.

Lo stesso procedimento illustrato per bucare le bottiglie, deve essere adoperato anche quando bisogna forare i vetri sabbiati, quelli acidati o il vetro di mare. L’uso della morsa è necessario solo con il vetro curvo; se si tratta di lastre, invece, queste devono essere sempre disposte su una superficie piana. La velocità di foratura del trapano, inoltre, deve essere lenta e costante; mentre la pressione esercitata sulla lastra deve essere allentata di tanto in tanto, per evitare il rischio di rotture.

 

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