Tutto quello che c’è da sapere su uno dei conglomerati più usati nell’edilizia, a partire dalla composizione fino alle diverse tipologie e applicazioni possibili.
La malta è usata soprattutto nell’edilizia e nelle costruzioni, tecnicamente parlando è un conglomerato ottenuto mescolando un legante, perlopiù cemento oppure calce, con inerti fini (sabbia), acqua e altri eventuali additivi. Da questo si evince la differenza tra malta e cemento, in quanto quest’ultimo è un legante mentre l’altra è un materiale composito.
Le proporzioni della miscela sono calcolate in modo da ottenere un impasto che sia facilmente lavorabile quando è bagnato, ma che una volta asciutto fa presa e indurisce acquistando un’elevata resistenza meccanica.
La malta era conosciuta e adoperata già al tempo dei Fenici, ma venne ulteriormente perfezionata in epoca Romana, dove era adoperata per la costruzione e l’impermeabilizzazione di acquedotti e cisterne, per le mura a secco e per la costruzione di grandi edifici.
Composizione e preparazione
Per quanto riguarda nello specifico i componenti della miscela, i leganti che vengono solitamente adoperati sono il cemento e la calce, quest’ultima però varia a seconda del tipo di malta.
Per le malte aeree si adoperano la calce aerea e quella idrata, quest’ultima usata anche come additivo nelle malte cementizie. I leganti adoperati per le idrauliche, invece, sono la calce idraulica in polvere, che può essere di origine naturale o artificiale, la calce eminentemente idraulica, sempre naturale o artificiale in polvere, la calce pozzolanica, la calce idraulica artificiale pozzolanica e la calce idraulica artificiale siderurgica.
Come componente inerte fine viene adoperata la sabbia; questa però deve provenire da depositi sedimentari o dalla frantumazione di rocce, deve essere priva di componenti organici, solfati, cloruri e altre sostanze dannose, e il limite granulometrico non deve superare i 4 millimetri nel 95% della quantità di sabbia adoperata per la miscela.
La dimensione dei leganti e degli inerti utilizzati per la miscela, inoltre, fa anche la differenza tra la malta e il calcestruzzo; entrambi sono conglomerati, infatti, ma il calcestruzzo è realizzato con inerti di dimensioni maggiori rispetto alla malta. I leganti, invece, sono polveri molto fini che durante la miscelazione tendono a disperdersi con estrema facilità nell’ambiente, l’unico modo efficace di rimuoverle è quello di adoperare un aspirapolvere professionale.
L’ultimo ingrediente, ma non meno importante, è l’acqua; questa infatti deve essere il più possibile pura, limpida e dolce, non deve contenere particelle organiche o vegetali, limi, argille, alcali, sostanze zuccherine e altro, inoltre non deve essere né troppo fredda né troppo calda, in modo da garantire la giusta presa.
Anche la quantità è importante, perché incide sulle caratteristiche della malta; un impasto con troppa acqua infatti, anche se asciuga completamente, risulta meno resistente alla trazione e alla compressione rispetto a un impasto ottenuto con una minore quantità di acqua. Per quanto riguarda la preparazione, invece, questa viene solitamente effettuata versando i componenti della miscela e l’acqua in una betoniera dalle dimensioni adeguate a produrre la quantità di malta necessaria all’uso.
La classificazione della malta secondo l’indurimento
La malta è caratterizzata da due processi distinti: la presa e l’indurimento, che interessano in particolar modo il tipo di legante usato nella miscela. La prima classificazione delle malte, quindi, è basata sul tipo di indurimento: sono chiamate aeree tutte quelle che fanno presa e induriscono soltanto a contatto con l’aria, mentre le idrauliche sono in grado di fare presa e indurire anche non a contatto con l’acqua.
Di conseguenza le malte aeree hanno un uso più generico, mentre quelle idrauliche sono adoperate soprattutto nelle opere di ingegneria civile come ponti, gallerie, dighe e opere portuali per esempio, visto che possono indurirsi anche a contatto con l’acqua o sotto terra.
La classificazione della malta secondo l’uso
Un’altra classificazione più ampia, invece, è quella basata sulla destinazione d’uso, che le suddivide per denominazione. Abbiamo quindi la malta di allettamento, comunemente usata come legante per i mattoni, la malta di finitura, che serve appunto a rifinire sistemi a malta grezzi, quella di stilatura che è usata per chiudere fessure o rifinire pareti e pavimenti di composizione eterogenea, quella da iniezione, adoperata per la riadesione di sistemi che hanno subito dei distacchi. Le malte per massetto sono invece usate nella preparazione dei fondi su cui andrà successivamente posata la pavimentazione, mentre l’arriccio è un tipo di malta preparatoria che si applica prima della stesura dell’intonaco.
Ulteriori tipologie di malta
A parte i due metodi di classificazione primari, le malte sono soggette a una vasta gamma di denominazioni diverse utilizzate a scopi commerciali. Per comodità dell’acquirente quindi, soprattutto se quest’ultimo è un privato che si accinge a iniziare un lavoro di ristrutturazione fai da te, diventa molto più semplice e immediato individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
In commercio si possono trovare miscele di vario tipo quindi, sia per quanto riguarda gli intonaci sia per la malta; una delle più vendute, per esempio, è la malta premiscelata, comunemente nota come malta pronta visto che richiede la sola aggiunta di acqua per essere utilizzata. Tra le diverse varietà premiscelate in commercio, sono incluse quelle di tipo aereo e idraulico nonché la malta di cemento.
Ulteriori definizioni commerciali che vengono adoperate per questo conglomerato, sempre rivolte all’ambito hobbistico e artigianale, sono malta edilizia e malta per muratura, al fine di sottolineare la loro destinazione d’uso.
La malta bastarda e gli intonaci
Non possiamo concludere degnamente l’articolo sulla malta senza parlare di due particolari tipologie di questo conglomerato: la cosiddetta malta bastarda e gli intonaci. La prima è chiamata così perché utilizza entrambi i tipi di leganti nella sua miscela, cioè calce e cemento; la malta bastarda viene usata soprattutto per le opere murarie e come malta da allettamento, nonché come intonaco di fondo per interni ed esterni.
L’intonaco propriamente detto, invece, è un conglomerato che ha le stesse caratteristiche della malta, infatti è ottenuto con gli stessi “ingredienti” e l’unica differenza consiste nella dimensione granulometrica della sabbia, che non è mai superiore ai 2 millimetri; proprio per questa ragione è noto anche come “malta fine”.
Viste le caratteristiche comuni, quindi, la differenza tra intonaco a calce e intonaco a cemento è la stessa che esiste tra le analoghe miscele di malta; gli intonaci, però, sono chiamati a svolgere prevalentemente una funzione di rivestimento protettivo delle murature, e in alcuni casi anche una funzione estetica.
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