5 consigli su come diventare falegname

Ultimo aggiornamento: 27.07.24

 

Approfondiamo insieme alcune nozioni basilari ma molto importanti, che saranno estremamente utili a chi è interessato a intraprendere questa antichissima professione.

 

Uno dei mestieri artigianali tradizionali, che raramente conoscono periodi di crisi e che non corrono il rischio di scomparire a causa dell’evoluzione tecnologica, è di certo quello del falegname. Anzi, nonostante la tendenza all’automazione sia sempre più diffusa ormai, questo lavoro è in piena rivalutazione, soprattutto da parte dei giovani, che lo ritengono una risorsa molto importante.

In altri casi, invece, la falegnameria è un sogno a lungo accarezzato che per alcuni diventa realtà; come succede agli appassionati di bricolage che si sono dedicati per anni alla falegnameria soltanto per hobby, magari nel tempo libero, e che dopo aver acquisito padronanza ed esperienza hanno deciso di compiere il grande salto e trasformare la loro passione in un lavoro ben remunerato.

Quale che sia il contesto, o l’età alla quale ci si avvicina a questo mestiere, è bene partire con le idee chiare e la consapevolezza che l’arte della falegnameria è bella e può regalare tantissime soddisfazioni, ma richiede anche molto impegno e tanti sacrifici; ecco quindi alcuni consigli fondamentali su come affrontare il percorso formativo per diventare falegnami.

 

Strumenti e attrezzi

Come vi potrebbe dire qualsiasi buon artigiano: “non serve a nulla acquistare il miglior marteIlo se poi non si impara come usarlo a dovere”. Acquisire la piena padronanza degli strumenti di lavoro, soprattutto quelli manuali, è di estrema importanza quindi, sia ai fini del risultato finale sia per quanto riguarda la sicurezza personale.

La falegnameria, infatti, richiede l’uso di strumenti potenzialmente pericolosi: seghe, lame, scalpelli, pialle e martelli; per non parlare poi delle macchine stazionarie e degli elettroutensili, come la sega circolare, la troncatrice radiale, la pialla a filo e spessore, la fresatrice, il trapano a colonna e altro ancora.

Oltre a fare molta pratica per imparare a usarli e tenerli in buono stato, è importante entrare nell’ottica che per usare queste macchine e gli utensili manuali in modo sicuro, bisogna essere sempre lucidi e avere i riflessi pronti in quanto una minima distrazione potrebbe costare molto cara.

Coloro che hanno avuto modo di potersi dedicare alla falegnameria per hobby partono avvantaggiati, ovviamente, ma in ogni caso non bisogna commettere l’errore di sottovalutare le macchine stazionarie e gli elettroutensili solo perché se ne ha già una minima conoscenza. Quelli di categoria professionale, infatti, sviluppano una maggiore potenza e sono più difficili da gestire; i più giovani, quindi, dovrebbero valutare attentamente la possibilità di frequentare un corso di formazione professionale.

Lo spazio di lavoro

Avere a disposizione uno spazio adeguato da adibire a laboratorio è estremamente importante, e non soltanto perché gli attrezzi e la materia prima sono ingombranti; macchine stazionarie ed elettroutensili, infatti, generano forti rumori e producono una gran quantità di scarti di lavorazione. Se una piccola rimessa o una cantina possono andare bene per l’attività hobbistica quindi, che è saltuaria e non continuativa, il discorso cambia radicalmente quando si parla di trasformare l’hobby in professione.

Il laboratorio deve possedere alcune caratteristiche di fondamentale importanza: innanzitutto deve essere ampio e senza pareti divisorie, in modo da poter accomodare i macchinari più grandi, come la combinata e la sega a nastro, e lasciare comunque spazio a sufficienza per lavorare agevolmente.

Una parte del laboratorio, inoltre, deve essere attrezzata per lo stoccaggio della materia prima, perché il legno non deve essere esposto alle intemperie. Non bisogna trascurare nemmeno l’aspetto dell’inquinamento, sia quello sonoro sia quello derivato dal corretto smaltimento dei trucioli e delle polveri prodotte dalla lavorazione; se necessario, quindi, bisogna mettere in conto l’insonorizzazione di parte dell’ambiente e la presenza di una zona antistante, o comunque confinante con il laboratorio, che offra spazio a sufficienza per lo stazionamento di veicoli di medie dimensioni e per le operazioni di carico e scarico di materia prima e scarti di lavorazione da smaltire.

 

Imparare a “parlare” con il legno

La perfetta padronanza degli strumenti di lavoro non basta, bisogna anche conoscere bene la materia prima sulla quale si lavora. Internet può rivelarsi uno strumento estremamente efficace in tal senso, in quanto permette di documentarsi ampiamente sulle diverse varietà di legno e le relative caratteristiche; esistono anche dei libri e delle pubblicazioni apposite dedicate alla falegnameria, ma ovviamente l’esperienza derivata dalla lavorazione diretta è insostituibile.

Ogni tipo di legno ha la sua essenza e il suo grado di durezza, e ogni pezzo ha le sue caratteristiche distintive, a cominciare dalle venature e dai nodi; l’inizio potrà essere duro ma non bisogna scoraggiarsi, con il passare del tempo e con l’esperienza acquisita, se dedicate la giusta attenzione al vostro lavoro il legno arriverà a non avere più segreti per voi, e con una sola occhiata sarete in grado di giudicare quali sono gli strumenti migliori e come adoperarli in modo da eseguire tagli perfetti e ottenere buone finiture.

 

Il disegno tecnico e artistico

La falegnameria, come tutti i mestieri artigianali del resto, presuppone l’acquisizione di competenze che esulano dal campo di interesse principale. Imparare a disegnare, per esempio, è di fondamentale importanza, sia per quanto riguarda la realizzazione di progetti tecnici che riportino le esatte misure in scala degli oggetti che si desidera costruire, come per esempio una cassettiera oppure una libreria a parete, sia per disegnare motivi ornamentali e forme complesse da riprodurre poi sul legno, per creare oggetti d’arte, sculture o decorazioni per i mobili.

Tecniche e segreti dell’arte

Come ogni lavoro artigianale, anche la falegnameria ha le sue tecniche di lavorazione specifiche. In questo caso quelli a partire avvantaggiati sono i più giovani, soprattutto se scelgono di frequentare un corso di formazione o di lavorare come apprendisti presso un laboratorio artigianale.

I corsi di falegnameria possono essere d’aiuto nell’illustrare e trasmettere le varie tecniche di lavorazione, infatti, ma lo fanno in maniera alquanto generica. Lavorare a stretto contatto con un maestro artigiano per un lungo periodo, invece, rappresenta un tipo di esperienza decisamente più prezioso; con il passare del tempo, infatti, il maestro tenderà a premiare l’impegno dell’apprendista trasmettendogli non soltanto le tecniche, ma anche i segreti dell’arte che vengono tramandati da una generazione all’altra.

 

 

 

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2 COMENTARIOS

Giacomo

March 29, 2021 at 1:25 pm

Salve, sto cercando di capire che corso poter fare per apprendere questa professione. Il problema è che ho 32 anni e mi sembra di trovare solo o lunghi corsi dedicati a più giovani o corsi molto brevi di cui è difficile capire la serietà. Avete suggerimenti su corsi che possano rispondere alle mie esigenze in zona Milano-Lombardia?

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Flavio EU

March 31, 2021 at 3:42 pm

Salve Giacomo,

ti suggeriamo di fare un salto alla bottega del maestro Carlo Ferrari, che si trova al civico 48 di via Marco Aurelio a Milano. Il maestro ha deciso di dedicarsi alla falegnameria 30 anni fa, rinunciando a un lavoro d’ufficio per diventare falegname, attualmente passa le giornate nella sua bottega, dove lavora il legno e insegna ad altre persone a farlo mediante dei corsi online oppure dal vivo, nella bottega stessa.

Saluti

Team EU

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